I risultati degli ultimi giorni di SMART-1
INTERVISTA 31-2006. Alle 7.42 del 3 settembre Smart-1, la prima sonda europea per lo studio della Luna, ha terminato la sua missione allunando nel Lago dell’Eccellenza, un sito vulcanico nell’emisfero sud del nostro satellite. Che cosa è successo nelle fasi finali?
Nel corso delle ultime orbite, SMART-1 è passato a volo radente sulla superficie lunare. Questo ci ha permesso di osservare la Luna da un punto di vista decisamente inusuale. Sorvolando l’emisfero della Luna non illuminato, la camera AMIE di SMART-1 ha raccolto una serie di immagini dell’orizzonte lunare illuminato. Un po’ come in certe fotografie prese al tramonto o all’alba sulla Terra. È un modo, questo, per raccogliere la luce che passa radente alla superficie della Luna, è che ci permetterà di analizzare nei prossimi mesi le caratteristiche di quel sottile strato polveroso che si libra nel vuoto per qualche metro sulla superficie lunare.
AMIE, che nel corso della missione ci ha regalato oltre 20 mila immagini, molte più di quanto non fossero previste, è solo uno degli strumenti a bordo di SMART-1, che si proponeva come principale obiettivo il test di tecnologie spaziali che l’ESA utilizzerà per future missioni. AMIE, per esempio, comunicava con il centro di telecomunicazioni spaziali di Tenerife, nelle isole Canarie, attraverso un raggio laser, una novità di grande interesse che da poco ha esordito nello spazio.
Quale contributo danno queste immagini alla conoscenza della Luna?
Per molti aspetti il nostro satellite è ancora relativamente poco conosciuto: le missioni statunitensi Apollo e quelle sovietiche Luna ci hanno fornito una conoscenza dettagliata della zona equatoriale, mentre le missioni più recenti, come Clementine e Lunar Prospector, ci hanno fornito una panoramica globale delle restanti zone, ma con un livello di dettaglio piuttosto basso.
SMART-1, per esempio, ci ha regalato immagini decisamente più dettagliate di quelle della Clementine, sebbene con una panoramica molto meno ampia. Si è trattato, quindi, di un primo contributo alla prossima esplorazione della Luna, ottenuto fra l’altro, come prodotto secondario di una missione soprattutto tecnologica. Alcuni rilievi, come per esempio lo studio delle condizioni di illuminazione di certe zone, sono indispensabili per pianificare future missioni di sbarco robotica o addirittura di astronauti.
Diamo un’occhiata al futuro: che cosa è cambiato nell’esplorazione del nostro satellite naturale dal 14 gennaio 2004, quando Bush ha annunciato il ritorno dell’uomo sulla Luna entro il 2020?
In generale, se gli annunci saranno rispettati, nei prossimi anni assisteremo a una pletora di missioni lunari, naturalmente senza equipaggio, che avranno lo scopo di approfondire la conoscenza dei minerali lunari, per esempio in relazione al loro contenuto di acqua, di ferro, di elio3. Vi prenderanno parte Stati Uniti, Giappone, India, Cina, l’ESA stessa.
Già prima del proclama di Bush, in effetti, la Cina aveva dichiarato il suo forte interesse per l’esplorazione del nostro satellite. Nel maggio di questo anno ha confermato di voler lanciare la sua prima sonda lunare già nel 2007 e di voler portare un astronauta sulla Luna non oltre il 2017. Giappone e India hanno programmi simili: il Giappone, per esempio, lancerà la sonda SELENE nel 2007.
A partire dal 2008, invece, la NASA prevede di lanciare una sonda ogni anno, fino a quando l’uomo non sarà ritornato sul nostro satellite, iniziando con la Lunar Reconnaissance Orbiter e.
L’ESA dal canto suo ha avviato collaborazioni con tutti i paese interessati a un programma lunare. Il prossimo appuntamento europeo con la Luna è per il 2008, quando sarà lanciata la prima sonda lunare indiana, Chandrayaan-1, a cui forniamo gli stessi strumenti per raccogliere dati nei raggi X e nell’infrarosso che erano a bordo di Smart-1. oltre all’India, l’ESA.
Un così forte interesse internazionale per la Luna ricorda la corsa allo spazio della Guerra Fredda. È possibile questa volta sperare in una impresa effettivamente di respiro comune?
Stando alle dichiarazioni ufficiali, lo spirito è di grande collaborazione fra tutte le agenzie spaziali. L’ESA in particolare sta spingendo molto in questa direzione, perché è chiaro che il pianeta non può permettersi una nuova guerra globale, né fredda né calda.
La Luna può essere interessante per tutta l’umanità sia per la conoscenza scientifica, ma anche perché vogliamo capire se e come utilizzarla sia per quanto riguarda le materie prime, sia come base su cui spostare attività dannose per il nostro pianeta.
In particolare ci sono indizi che nei crateri polari, non raggiunti dalla illuminazione solare, si annidino notevoli quantità di ghiaccio di acqua. Se fosse vero e se trovassimo il modo di usarla, i vantaggi sarebbero enormi, a partire dal fatto che oggi portare l’acqua dalla Terra alla Luna per l’utilizzo degli astronauti costa circa 20000 euro al litro.
Non solo, ossigeno e idrogeno che formano la molecola d’acqua sono anche i componenti chimici principali del propellente rei razzi-vettori: se potessimo utilizzarli, avremmo a disposizione in situ una sorgente di propellente che potremmo usare, per esempio, per il ritorno a terra delle astronavi.
Infine l’elio 3, un isotopo raro dell’elio4, è promettente per la produzione di energia nucleare. che Individuato fin dalle prime missioni Apollo nella regolite lunare, è un candidato particolarmente appetibile perché non è radioattivo e non darebbe luogo a scorie radioattive, anche se i problemi tecnici sono ancora moltissimi. Intanto si dovrà cercare di capire se l’elio 3 è presente sulla Luna in quantità sufficiente da rendere commercialmente utile la sua estrazione.
Nota:
Le interviste
Dal maggio 2000, con cadenza settimanale, RAI NEWS 24 - canale televisivo digitale della RAI dedicato all'aggiornamento in tempo reale - riserva all'ESA uno spazio di approfondimento di 5 minuti: un'intervista su una notizia di attualità legata alle attività nello spazio.
I servizi vengono ritrasmessi ulteriormente su RAI International e RAI 3. Si va dagli approfondimenti sulla Stazione Spaziale Internazionale, alle scoperte scientifiche dei satelliti dedicati all'astronomia, alle applicazioni concrete legate alle osservazioni della Terra dallo spazio.
I giornalisti della Rai, Lorenzo di Las Plassas e Stefano Masi, si alternano nel discutere con il rappresentante dell'ESA, Stefano Sandrelli, per dare un'idea dell'argomento e per approfondirne un aspetto, in modo che, leggendo di seguito le interviste relative a uno stesso settore se ne abbia uno spaccato sempre più ampio, venendo a conoscenza di cose sempre nuove.
Per ulteriori informazioni, rivolgersi a: Simonetta.Cheli@esa.int.