Cronache dalla Stazione Spaziale: passeggiando nello spazio
INTERVISTA 44-2006. Con l’attracco dello Shuttle Discovery alla Stazione Spaziale Internazionale, l’astronauta svedese Christer Fuglesang ha raggiunto in orbita il tedesco Thomas Reiter. È la prima volta che due astronauti dell’ESA sono contemporaneamente a bordo della Stazione. Quali sono le attività che stanno conducendo?
Fuglesang e Reiter si sono incontrati in orbita, a bordo della stazione spaziale, circa alle due di notte del 12 dicembre, quando è stato aperto il portellone di attracco della stazione a cui si era agganciato lo shuttle Discovery in arrivo dalla Terra.
Reiter si trova a bordo della casa orbitante dal 4 luglio 2006 e tornerà a terra con il volo di rientro del Discovery, previsto per il 21 dicembre. In questi ultimi giorni della sua permanenza di circa 6 mesi nello spazio sta ultimando gli esperimenti e preparandosi al ritorno. Ma per dare un’idea di quanto singolari possono essere le attività legate alla vita quotidiana e alla sicurezza nello spazio, vale la pena dire che una delle attività che ha dovuto svolgere ha dovuto fare dopo l’arrivo dello Shuttle è di eliminare il sedile su misura che gli era stato riservato nella Soyuz, la navicella russa che ha le funzioni di scialuppa di salvataggio. Visto che Reiter rientrerà con lo Shuttle non ne ha più bisogno. Ne avrà invece bisogno invece il suo sostituto, l’americana Sunita Williams: nella Soyuz è stata infatti installata la “poltrona” tagliata su misura su di lei.
Fuglesang, al contrario, è appena arrivato con il Discovery per una missione breve ma molto intensa: il primo compito che gli era stato assegnato è stata la trasformazione degli interni dello Shuttle dalla configurazione adatta al lancio a quella adatta alla permanenza in orbita, in modo da fare del Discovery un modulo orbitale – seppure temporaneo - della Stazione Spaziale.
In questi giorni però Fuglesang ha condotto la sua prima passeggiata nello spazio per lavorare sugli impianti elettrici e termici della Stazione Spaziale, preparandone l’ampliamento dei prossimi mesi. Raccontaci brevemente com’è andata?
Con la sua uscita nello spazio nella notte fra il 12 e il 13 dicembre, per una durata complessiva di 6 ore e 36 minuti, Fuglesang è divenuto il primo europeo a condurre un’EVA dedicata direttamente all’assemblaggio dalla Stazione Spaziale.
Nel corso di questa prima uscita, Fuglesang e il collega della NASA Curbeam, hanno installato un nuovo segmento dell’asse principale della Stazione, il P5, che era stato messo in posizione il giorno prima, quando il braccio robotico dello Shuttle lo aveva prelevato dalla stiva e lo aveva passato a quello della Stazione. L’installazione del P5 permetterà - da subito - l’utilizzo di nuovi pannelli solari in sostituzione di quelli che da anni alimentano la Stazione e – in prospettiva – l’aumento del numero di pannelli solari a disposizione della Stazione stessa.
Nel corso della loro seconda passeggiata spaziale, Fuglesang e Curbeam riconfigureranno il sistema per la distribuzione di energia elettrica e per la dispersione del calore prodotto dagli strumenti di bordo, compito che sarà concluso con una terza uscita nello spazio.
Sono attività molto delicate. Saranno attivati sistemi che sono rimasti spenti per anni e non è ovvio che funzionino: Fuglesang e Curbeam avranno con loro una serie di pezzi di ricambio che sperano di non dover usare. Inoltre per l’esecuzione dei lavori della seconda e terza EVA si dovrà togliere metà della potenza elettrica alla Stazione: nessun rischio, ma non è mai stato fatto prima.
Quando si parla di passeggiate nello spazio si pensa a un’attività affascinante, ma non priva di rischi. È così anche oggi, oppure i rischi sono stati spazzati via dalla tecnologia?
Anche se non si riportano incidenti durante passeggiate spaziali, certamente si tratta di attività pericolose e che richiedono una preparazione molto lunga.
Nel corso di un’EVA, gli astronauti indossano una tuta spaziale al cui interno la pressione è circa un terzo di quella atmosferica mantenuta nella Stazione Spaziale. Tenere la tuta a bassa pressione è necessario per evitare che, una volta esposta al vuoto, si gonfi come un palloncino e si irrigidisca. Solo che se si tiene la tuta a bassa pressione, si deve tenere a bassa pressione anche l’astronauta che è al suo interno. E l’astronauta deve abituarsi alla decompressione con molta gradualità, perché evitare che l’azoto presente nel suo sangue formi bolle e origini un’embolia. È lo stesso rischio in cui possono incorrere i subacquei quando tornano in superficie, passando dalla forte pressione dell’immersione a una pressione minore..
Per evitare incidenti, che possono essere mortali, è necessario che gli astronauti rimangano diverse ore a un pressione intermedia. Poi, circa 30 minuti prima di indossare le tute, si mettono una maschera e respirano ossigeno puro, in modo da eliminare l’azoto dal sangue. Una volta indossate le tute, l’atmosfera interna alle tute stesse viene sostituita da puro ossigeno: di nuovo, gli astronauti devono abituarsi a questa situazione, con una respirazione di 30-40 minuti. La pressione interna alle tute è quindi abbassata fino a un terzo di quella atmosferica. E infine, ma solo a questo punto, gli astronauti possono uscire nello spazio.
Torniamo a Fuglesang e alla Stazione Spaziale. Come la vedremo crescere nei prossimi mesi?
Il prossimo settembre, una volta che la potenza elettrica a disposizione della Stazione Spaziale sarà aumentata e i lavori di preparazione terminati, sarà installato il Nodo 2, un elemento costruito da Alenia Spazio per la NASA. A quella missione Shuttle parteciperà anche l’astronauta italiano dell’ESA Paolo Nespoli.
Il Nodo 2 è un elemento di enorme importanza: connetterà fra loro tre laboratori scientifici, il laboratorio statunitense Destiny, il giapponese Kibo e l’europeo Columbus; in più avrà anche portelli di attacco per gli Shuttle, per i Moduli Logistici Pressurizzati Multifunzionali (MPLM) e per un veicolo cargo giapponese che deve essere ancora realizzato.
A quel punto la Stazione sarà pronta per accogliere Columbus, il laboratorio scientifico dell’ESA, che inaugurerà un periodo di utilizzo della stazione orbitante da parte dell’ESA decisamente più intenso.
Nota:
Le interviste
Dal maggio 2000, con cadenza settimanale, RAI NEWS 24 - canale televisivo digitale della RAI dedicato all'aggiornamento in tempo reale - riserva all'ESA uno spazio di approfondimento di 5 minuti: un'intervista su una notizia di attualità legata alle attività nello spazio.
I servizi vengono ritrasmessi ulteriormente su RAI International e RAI 3. Si va dagli approfondimenti sulla Stazione Spaziale Internazionale, alle scoperte scientifiche dei satelliti dedicati all'astronomia, alle applicazioni concrete legate alle osservazioni della Terra dallo spazio.
I giornalisti della Rai, Lorenzo di Las Plassas e Stefano Masi, si alternano nel discutere con il rappresentante dell'ESA, Stefano Sandrelli, per dare un'idea dell'argomento e per approfondirne un aspetto, in modo che, leggendo di seguito le interviste relative a uno stesso settore se ne abbia uno spaccato sempre più ampio, venendo a conoscenza di cose sempre nuove.
Per ulteriori informazioni, rivolgersi a: Simonetta.Cheli@esa.int.