Cronache dallo spazio: la ISS riprende a crescere
INTERVISTA 32-2006. Con il lancio dello shuttle Atlantis del 9 settembre scorso, riprende l’assemblaggio in orbita della Stazione Spaziale Internazionale. Nei 10 giorni di missione nello spazio, i 6 astronauti statunitensi installeranno un secondo set di pannelli solari, che aumenterà la potenza elettrica disponibile in orbita. Come procedono le attività extraveicolari sulla Stazione?
Le attività procedono bene, senza intoppi particolarmente gravi. Martedì si è svolta la prima passeggiata spaziale, nel corso della quale è stato agganciato alla stazione un prolungamento della struttura principale: si tratta di una trave di 17,5 tonnellate per circa 15 metri di lunghezza, che ha il compito, fra l’altro, di sostenere i nuovi pannelli solari. Dall’interno della stazione spaziale, con il braccio robotico, i membri dell’equipaggio hanno prelevato lo spezzone di trave dalla stiva dello Shuttle e l’hanno allineata al punto di attacco. Dall’esterno, gli astronauti nello spazio hanno connesso i cavi elettrici al nuovo segmento, che poi è stato definitivamente fissato.
L’uscita nello spazio di mercoledì ha invece visto l’attivazione di un giunto mobile della grandezza di un’automobile, il SARJ (Solar Alpha Rotary Joint) che consente ai pannelli solari di mantenere l’orientamento in direzione del sole. I test successivi hanno dato esisti non del tutto positivi e questo ha obbligato l’equipaggio a variare le attività programmate. Ciò nonostante il dispiegamento dei pannelli solari è previsto per la passeggiata nella spazio di venerdì. Si tratta di un set di pannelli solari che una volta dispiegato sarà lungo circa 70 metri e consentirà il raddoppio della potenza elettrica disponibile a bordo. L’aumento di potenza elettrica è necessaria per l’alimentazione dei moduli che nei prossimi mesi saranno agganciati alla Stazione Spaziale Internazionale: il laboratorio europeo Columbus e quello giapponese Kibo.
Nel complesso si sarà trattato di una fase di edificazione in orbita piuttosto complicata, una vera e propria sfida di "lego spaziale".
Come proseguirà la costruzione della Stazione Spaziale Internazionale dopo questa missione dello Shuttle Atlantis?
Per quanto riguarda la costruzione vera e propria della ISS dovremo attendere la prossima missione dello Shuttle, prevista per dicembre, a cui parteciperà anche l’astronauta svedese dell’ESA Christer Fuglesang, che sta seguendo con estrema attenzione le imprese dell’equipaggio di Atlantis.
Fuglesang sarà coinvolto in prima persona nelle fasi di costruzione in orbita, partecipando a una delle passeggiate nello spazio di assemblaggio, che come abbiamo appena visto non sono esattamente “passeggiate”.
Per quanto riguarda le attività sulla Stazione Spaziale, invece, per lunedì 18 settembre è previsto il lancio della capsula Soyuz dalla base di Baikonur, in Kazakhstan. La Soyuz porterà sulla stazione orbitale il 14 equipaggio, che darà il cambio ai due membri della stazione spaziale che sono attualmente in orbita. Il terzo astronauta che al momento vive sulla stazione spaziale è l’astronauta europeo Thomas Reiter, che rimarrà in orbita fino a dicembre e che quindi cambierà compagni di avventura.
In questi e nei prossimi giorni, quindi, nello spazio si assiste a un discreto via vai di astronauti: quelli dello Shuttle, l’equipaggio permanente della stazione, i nuovi arrivi portati in orbita dalla Soyuz. Tra i vari equipaggi ci sono programmi comuni oppure ciascuno segue una propria schedula ben definita?
In generale si cerca di programmare le attività dell’equipaggio permanente tenendo conto dei vari arrivi. Per esempio il programma scientifico europeo prevede molti esperimenti, specialmente nel settore della fisiologia umana, che richiedono molti turni di lavoro. Spesso accade, quindi che gli esperimenti non coinvolgano solo l’equipaggio permanente della stazione spaziale, ma anche astronauti la cui permanenza in orbita è ridotta. È il caso per esempio di Anousheh Ansari, un’imprenditrice statunitense di origine iraniana che non è soltanto la prima donna ad essere “turista nello spazio”, ma che prenderà anche attivamente parte a diversi esperimenti dell’ESA che riguardano la fisiologia.
Per esempio, per quanto possa apparire strano, gli astronauti soffrono di mal di schiena, con fastidi più o meno significativi a livello di osso sacro. Apparentemente non ci sono spiegazioni ovvie: il mal di schiena sulla Terra è legato alla compressione delle vertebre a causa del peso. Ma sulla stazione spaziale il peso è equilibrato dalla forza centrifuga, per cui le vertebre non sono affatto soggette a compressione. A riprova di questo è il ben noto fatto che gli astronauti in orbita acquistano diversi centimetri rispetto alla loro consueta altezza di terrestri. Bene, l’ipotesi è che sia proprio la totale assenza di compressione che, facendo venire meno gli stimoli muscolari, causi una atrofia in quei muscoli che tengono in posizione l’osso sacro. Che scivolando fuori dalla sua corretta posizione, prova il dolore e il fastidio sperimentato nello spazio.
Per la missione della Soyuz è stato annunciato anche un esperimento interessante per comprendere e combattere l’anemia in soggetti a rischio. Di che cosa si tratta?
Mentre sulla Terra la maggior parte del sangue dell’uomo si trova nelle estremità, principalmente in gambe e piedi, in assenza di gravità il sangue si ridistribuisce lungo tutto il corpo. Questo causa un aumento di densità di globuli rossi nella parte superiore del corpo dell’astronauta. Scatta allora un meccanismo di distruzione selettiva dei globuli rossi, la neocitolisi, che elimina i globuli rossi più vecchi a favore dei più giovani, per ripristinare la loro normale densità. Quando poi gli astronauti rientrano a terra, è chiaro che si ritrovano anemici.
Nota:
Le interviste
Dal maggio 2000, con cadenza settimanale, RAI NEWS 24 - canale televisivo digitale della RAI dedicato all'aggiornamento in tempo reale - riserva all'ESA uno spazio di approfondimento di 5 minuti: un'intervista su una notizia di attualità legata alle attività nello spazio.
I servizi vengono ritrasmessi ulteriormente su RAI International e RAI 3. Si va dagli approfondimenti sulla Stazione Spaziale Internazionale, alle scoperte scientifiche dei satelliti dedicati all'astronomia, alle applicazioni concrete legate alle osservazioni della Terra dallo spazio.
I giornalisti della Rai, Lorenzo di Las Plassas e Stefano Masi, si alternano nel discutere con il rappresentante dell'ESA, Stefano Sandrelli, per dare un'idea dell'argomento e per approfondirne un aspetto, in modo che, leggendo di seguito le interviste relative a uno stesso settore se ne abbia uno spaccato sempre più ampio, venendo a conoscenza di cose sempre nuove.
Per ulteriori informazioni, rivolgersi a: Simonetta.Cheli@esa.int.