ESA Euronews: Paolo Nespoli, terza volta nello spazio
60 anni e non sentirli. A pochi giorni dalla sua terza missione nello spazio, Paolo Nespoli si lascia prendere dall'entusiasmo di un ragazzino. Aveva solo sei mesi di vita quando il primo satellite artificiale, lo Sputnik, fu lanciato in orbita intorno alla terra. Oggi è l'astronauta europeo più anziano ad andare in orbita.
"Da bambino sono cresciuto guardando i razzi che partivano verso la Luna, la conquista della Luna, e sono cresciuto con cartoni animati tipo "The Jetsons", dove c'erano queste famiglie che vivevano fuori dal pianeta e che si muovevano con degli scooter jet...", ricorda Nespoli.
Una vita in fuga dalla gravità, una sfida che si rinnova ogni volta. Ogni volta mesi di addestramento, per poi riscoprire, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, la magia dell'assenza di peso. E tutta la difficoltà di adattarsi a una realtà senza sopra e sotto. Continua l'astronauta brianzolo: "Quando partecipi a missioni di lunga durata come è stata la mia seconda missione e come sarà questa qua, devi diventare parte integrante della Stazione, devi trovare il modo di essere a tuo agio, devi imparare a diventare Superman, nel senso che devi volare letteralmente, e ci vuole tempo; ci vogliono 4-6 settimane prima che uno si senta a casa sua, per non essere obbligato a pensare come spostarsi da qui a lì senza sbattere da tutte le parti....".
Nel 2007 Nespoli ha partecipato per due settimane, con la missione Esperia, all'assemblaggio della ISS, dove ha poi trascorso sei mesi a partire dal dicembre 2010 (missione MagISStra).
In che modo la sua terza volta sarà diversa? "Questa volta - risponde - cercherò anche di godermi queste sensazioni che derivano dall'essere nello spazio, invece di focalizzarmi solamente sul fare del mio meglio per ottenere il miglior risultato".
Il prossimo equipaggio della ISS non avrà tempo di annoiarsi, con i circa 200 esperimenti scientifici previsti in programma, 13 dei quali nell'ambito della missione VITA dell'Agenzia Spaziale Italiana. La microgravità rappresenta una miniera inesauribile per gli scienziati che seguono i progressi degli astronauti dalla Terra. E per Nespoli: "Questa gioia della scoperta è una delle cose che ti danno euforia, ed è forse quello che da adulti perdiamo e che invece abbiamo sicuramente da bambini; quindi andare nello spazio ti riporta indietro e forse ti ringiovanisce anche, chissà...".
Gli astronauti devono essere in forma perfetta, e questo richiede anni di addestramento e medicina preventiva. E poi naturalmente c'è la variabile del singolo individuo, spiega Filippo Castrucci, medico dell'ESA specializzato in medicina aerospaziale: "La bellezza degli umani è che la fisiologia è molto relativa, l'età è molto relativa: possiamo allora avere un giovanissimo sessantenne che se la cava molto meglio di un vecchissimo trentenne".
La microgravità, ancora una volta, è l'elemento cruciale. Per salvaguardare la salute degli astronauti nelle missioni a lungo termine è fondamentale sapere che cosa cambia - e in che modo - in ogni singola funzione del nostro corpo. L'istruttrice Laura André Boyet ci presenta una macchina sperimentale che "Studia in che modo funzionano il cervello e il sistema nervoso centrale per vedere se, in assenza di gravità, i movimenti risultano precisi quanto sulla Terra".
La macchina sarà testata in orbita per la prima volta da Paolo Nespoli e permetterà di comprendere meglio in che modo il cervello si adatti a lavorare in assenza di peso.
"Paolo - continua Laura André Boyet - dovrà posizionare tutte le parti, verificare tutte le attività meccaniche, installare questa macchina - piuttosto voluminosa - nel modulo Columbus, e dovrà poi verificare che tutto il lavoro precedentemente fatto a terra sia corretto, e che si possa effettivamente usare la macchina una volta pronta".
Il futuro dell'esplorazione spaziale dipende dalle risposte che la scienza saprà dare rispetto agli effetti della microgravità sul corpo umano, come le alterazioni del sistema cardiovascolare o la perdita di calcio nelle ossa. Dice Castrucci, medico aerospaziale dell'ESA: "La ISS è il nostro punto d'appoggio nello spazio, ma serve anche per elaborare un piano ed a formare una base di conoscenze per poter andare più lontano. Demineralizzazione ossea, atrofia muscolare... tutto questo si potrebbe evitare dando una gravità parziale o totale all'equipaggio. È il veicolo che dovrebbe essere adattato agli umani, non gli umani a doversi adattare ai limiti del veicolo".
Soprattutto in vista di future missioni di lunga durata: l'ESA sta infatti considerando la possibilità di stabilire una base sulla Luna, mentre la Nasa punta sul lungo termine alla conquista di Marte.
"Forse Jurij Gagarin si sarebbe immaginato che, circa 60 anni dopo il suo primo volo nello spazio, saremmo andati molto più in là... che saremmo andati su Marte, o forse anche fuori dal sistema solare, ma ancora non ci siamo oggi" - si rammarica l'astronauta. "Però, come razza umana, stiamo continuando questa espansione, stiamo continuando questo percorso di conoscenza, ed è estremamente importante farlo. A me, essere lì, essere parte di questo percorso, dà piacere e onore".
Il conto alla rovescia comincia da Baikonur: Nespoli e i suoi compagni di viaggio, il russo Sergey Ryazansky e l'americano Randy Bresnik, decolleranno dalla stessa piattaforma da cui Gagarin fu lanciato nella sua prima missione nello spazio.