Foreste sotto i riflettori a Copenhagen
Mentre il vertice dell'ONU sul clima di Copenhagen si avvicina alla sua conclusione, i negoziati sono concentrati sul ruolo che potranno avere le foreste nella mitigazione del cambiamento climatico. La nuova politica di “Riduzione delle emissioni da deforestazione e degrado delle foreste”, nota anche con l’acronimo inglese REDD, avrà un ruolo centrale in ogni nuova trattativa.
Considerato che circa il 20% delle emissioni di gas serra è attribuibile alla deforestazione, questa nuova politica permetterebbe ai paesi in via di sviluppo di portare un contributo importante alla riduzione delle emissioni. A questo riguardo, i Paesi sviluppati stanno aderendo ad un progetto di finanziamento dell’ordine di svariati miliardi di euro che potrebbe rendere più allettante, anche da un punto di vista economico, la conservazione delle foreste tropicali di tutto il mondo rispetto alla loro distruzione.
Il ruolo chiave dell’Africa
Durante il summit COP15, i rappresentanti dei governi locali, regionali e nazionali, delle aziende, delle agenzie di sviluppo internazionale e delle comunità indigene delle nazioni interessate dalle foreste pluviali si sono riuniti in oltre 25 eventi diversi per discutere le varie possibilità di applicazione di questa nuova politica.
Uno degli eventi di più alto profilo ha interessato il Bacino congolese dove i 10 Paesi membri della Commissione delle Foreste dell’Africa centrale (COMIFAC) stanno collaborando per la conservazione e la gestione sostenibile di quelle che rappresentano quasi il 30 % delle foreste tropicali di tutto il mondo.
L’evento COMIFAC è stato supportato dall’ESA, dalla GTZ, l’Agenzia tedesca per lo sviluppo, dalla German Development Bank e da altri partner internazionali. Con il suo progetto di monitoraggio delle foreste attraverso il GMES (Global Monitoring for Environment and Security), l’ESA assiste tre dei paesi del COMIFAC, il Camerun, il Gabon e la Repubblica del Congo, integrando i suoi dati di osservazione della Terra con i loro programmi nazionali per il clima e per la gestione delle foreste. Il progetto è condotto dalla società tedesca di telerilevamento GAF, coadiuvata da un consorzio di partner internazionali.
Durante l'evento, i Ministri per l’ambiente del Gabon, della Repubblica democratica del Congo e del Congo Brazzaville hanno sottolineato, insieme al Ministro federale tedesco per la cooperazione e lo sviluppo economico, l’importanza delle nuove misure di questa politica.
Rivolgendosi al folto pubblico che ha partecipato alla riunione, l'ambasciatore internazionale per le foreste del Congo nonchè vincitore del premio Nobel per la Pace nel 2004, Dr. Wangari Mattai, ha dichiarato: “Chiedo a tutti voi di unire le forze nel sollecitare i vostri capi di stato perché il COMIFAC sia dotato di un meccanismo di finanziamento indipendente”.
I satelliti sono un valido ausilio per l’applicazione della nuove politiche
L'importante ruolo che le osservazioni delle foreste da satellite avranno, in quanto permetteranno alle nazioni in via di sviluppo di implementare questa nuova politica di gestione delle foreste, è stato sottolineato dal Direttore della INPE, l’Agenzia Spaziale Brasiliana, Gilberto Camara, che ricopre anche la carica di Presidente del CEOS (Committee for Earth Observation Satellites), il Comitato dei Satelliti di Osservazione della Terra. “Sappiamo che i dati di osservazione della Terra sono essenziali per il pianeta ma è importante che alle popolazioni giungano anche chiari principi di democrazia dei dati” ha dichiarato partecipando all’evento collaterale dell’ESA sul clima.
Il CEOS supporta l’attività di controllo delle emissioni di carbonio del GEO (Group on Earth Observations) fornendo i dati satellitari necessari affinchè i paesi possano sviluppare sistemi propri di monitoraggio delle foreste e delle emissioni di carbonio.
Il programma GMES dell’ESA e della CE sta già costruendo una infrastruttura spaziale globale di osservazione della Terra che evidenzierà e supporterà le nuove politiche. L’ESA e gli Stati Membri europei hanno a tutt’oggi investito 2 miliardi di euro nello sviluppo della “componente spaziale” del GMES, che include cinque nuovi tipi di satelliti chiamati Sentinel, e stanno preparando ulteriori investimenti per assicurare il loro funzionamento continuato e l’acceso ai dati per il prossimo ventennio.
La politica di dati aperti e gratuiti approvata di recente dagli Stati membri dell’ESA per le missioni Sentinel fornirà un contribuito importante riguardo ai principi di democrazia e trasparenza dei dati auspicati nel summit COP15.