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Ariane 5 in direzione alla piattaforma di lancio
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I Soyuz russi lanciati da Kourou

24/06/2004 1835 views 1 likes
ESA / Space in Member States / Italy

Se il miliardario russo Tito è stato il primo turista spaziale a bordo di una Stazione orbitante, il 21 giugno è stata la volta del primo volo di una navicella privata, SpaceShipOne, che ha raggiunto i 100 km di quota ed è planata dopo dodici minuti. Ma quanto sono realistiche le promesse di un prossimo turismo spaziale?

Il turismo spaziale sembra essere l’ultima frontiera dei tentativi di commercializzare le attività legate allo spazio. Dal punto di vista tecnico credo sia facile immaginare nei prossimi decenni un incremento di attività di questo genere, ma alcune cose devono essere ben chiare.

In primo luogo un volo suborbitale, come quello di SpaceShipOne non ha niente a che fare con un volo spaziale orbitale, come quello di Yuri Gagarin, per fare un esempio, o come quello dei nostri astronauti; la SpceShipOne ha compiuto un volo parabolico di 12 minuti, senza orbitare intorno alla Terra.

Inoltre missioni del genere, sebbene possibili, anche nei prossimi anni avranno un coefficiente di rischio elevato. Si tenga conto, per esempio, che la più celebre delle navicelle spaziali, lo Shuttle, ha avuto due incidenti mortali in circa 100 voli compiuti. Possono apparire pochi, e lo sono rispetto alle difficoltà superate, ma in percentuale si tratta di circa il 2%. È come se ogni 100 autoveicoli, 2 venissero coinvolti in incidenti mortali... insomma, ciò che è considerabile un buon successo per veicoli sperimentali, come quelli spaziali, non è accettabile per missioni commerciali.

Ariane 5 con Envisat nella piattaforma di lancio
Ariane 5 con Envisat nella piattaforma di lancio

Ma che rapporto c’è tra agenzie spaziali e il privato che si affaccia al mondo dei lanci?

In realtà i lanci sono già gestiti da società private, sebbene strettamente legate ad Agenzie spaziali: è il caso dell’Arianespace, il cui cavallo di battaglia, l’Ariane4, ha conquistato una fetta enorme del mercato dei lanci nel corso degli anni passati, o anche della società russa Energia, della società euro-russa, Eurockot, che si è aggiudicata, per fare un esempio concreto, i lanci di alcune future missioni per le osservazioni della Terra dell’ESA.

Ma anche una missione come la Mars Express – la missione europea per lo studio di Marte – è partita a bordo di una Soyuz russa.

Lanci come la SpaceShipOne, invece, non si pongono sullo stesso livello di quelli utilizzati dalla agenzie. Lo spazio è abbastanza grande per tutti.

D’altra parte il coinvolgimento del privato nelle imprese legate allo spazio è una tendenza che si va affermando sempre più. È una domanda generalizzata della nostra società quella che spinge i grandi enti di ricerca e di tecnologia verso risultati spendibili sul mercato nel minor tempo possibile, e il modo migliore è quello di coinvolgere fin dall’inizio il privato.

Vista aerea di Kourou
Vista aerea di Kourou

È anche per queste ragioni che nel corso dell’ultimo anno, la base di lancio europea di Kourou è stata riorganizzata?

Fino allo scorso anno, la base europea, che essendo vicina all’equatore è una delle basi spaziali migliori al mondo, poteva contare su due lanciatori di dimensioni medio-grandi: l’Ariane4 e l’Ariane5. Il primo ha cessato le attività nel 2003 e si è puntato sul secondo, che tuttavia è un lanciatore poderoso, ottimo per lanci di grandi satelliti e per lanci multipli, ma dai costi troppo elevati per molte compagnie che hanno intenzione di lanciare piccoli satelliti. Quel che si è cercato di fare è rendere più ricca l’offerta sul mercato globale dei lanci della base di Kourou e dei lanciatori europei.

Questo è stato necessario perché se fino al 2001 il mondo delle telecomunicazioni era in crescita, e dunque era in crescita anche la richiesta di lanci, si è progressivamente assisto ora a un calo delle richieste, tanto che nel 2003, per esempio, sono stati circa 20 lanci su 60 riusciti, mentre nel 2002 c’era stata una ripresa rispetto all’anno precedente, e ci si era attestati intorno al 43%, con 28 lanci commerciali su 62 riusciti.

Nel corso dell’ultimo anno, quindi,la base di lancio europea di Kourou è stata sottoposta a diversi interventi che permettono di lanciare dalla Guyana francese anche i vettori russi Soyuz e di preparare il terreno per il nuovo piccolo lanciatore ideato dall’Italia, Vega, che presto si aggiungerà alla flotta degli Arianespace.

Lancio di Rosetta
Lancio di Rosetta

Che genere di attività ci si deve aspettare dallo spazio porto di Kourou, per il futuro?

Con la strategia seguita, Kourou sarà in grado di garantire lanci di satelliti di tutte le dimensioni e destinati a qualsiasi tipo di orbita e questa caratteristica la rende la base di lancio più flessibile al mondo. Mentre per il lancio del Vega verrà riusata la rampa di lancio da cui partì il primo degli Ariane, nel 1979, per i Soyuz è necessario costruire una nuova area, a circa 10 km dalle rampe di lancio degli Ariane5.

Ma la collaborazione euro-russa non è solo un’operazione commerciale. A causa della rotazione terrestre, infatti, i lanci che avvengono a latitudini equatoriali sono più vantaggiosi dal punto di vista energetico: questo permette di usare meno propellente e quindi di mettere in orbita satelliti di massa maggiore. Per esempio, la stessa Soyuz è in grado di mettere in orbita geostazionaria un satellite di 1,7 tonnellate se viene lanciato da Baikonour, che ha latitudine 46,25 nord mentre fino a 3 tonnellate se viene lanciato dalla base europea.

Alla fine del 2005 un Ariane5 metterà in orbita il primo di due satelliti australiani, Optus D1, mentre il satellite gemello sarà il primo ad essere ospitato a bordo di un Soyuz lanciato da una base non russa, nel 2007. Un evento storico.

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