Il Meteosat di Seconda Generazione
Nei giorni appena trascorsi il caldo torrido ha fatto sì che le previsioni del tempo, soprattutto dopo l'eliminazione della nazionale italiana dai mondiali di calcio, fossero fra le trasmissioni più seguite. E dopo 25 anni di Meteosat, quest'anno sarà lanciato un satellite meteo di nuova generazione che promette di migliorare il servizio, rendendolo più affidabile.
I Meteosat di Seconda Generazione sviluppati dall'ESA in collaborazione con Eumetsat, che sarà responsabile del loro funzionamento operativo, miglioreranno la nostra capacità di prevedere che tempo farà. Il primo satellite di questo tipo sarà operativo il prossimo anno. Per capire l'impatto che potrà avere nella vita di tutti i giorni facciamo un esempio.
Supponiamo che siano le 17.05 del pomeriggio e di voler sapere se alle 19 su Milano pioverà. Oggi possiamo usare solo i dati che - diciamo alle 17 - ci ha fornito Meteosat7. Supponiamo che, dall'analisi dei dati del Meteosat7, abbiamo dedotto che probabilmente non pioverà. Ma improvvisamente, del tutto inatteso, proprio mentre stiamo parlando alle 17.05 si determinano condizioni che porteranno un temporale su Milano entro 30 minuti. Bene: oggi non siamo in grado, con i dati del Meteosat7, di accorgerci del temporale se non alle 17.30, quando il Meteosat7 ci fornirà una nuova immagine della zona, poco prima che il temporale si scateni.
Il Meteosat di seconda generazione, invece, ci avrà fornito nuovi dati aggiornati alle 17.15 e la protezione civile avrà più tempo per prepararsi a un eventuale intervento. Un canale come Rainews24, volto all'aggiornamento in tempo reale, può tranne un beneficio evidente dal Meteosat di Seconda Generazione: chi è interessato a una gita fuori porta, potrebbe accendere la TV e avere le informazioni su come sarà il tempo nella sua zona qualche ora dopo. Previsioni a corto tempo sono utili anche per la programmazione dei lavori all'aperto, per esempio nei cantieri edili o in agricoltura, così come la previsione di un violento temporale o di una tempesta di neve o l'avvistamento di banchi di nebbia.
Se è così importante prendere immagini ravvicinate nel tempo, perché il Meteosat di nuova generazione si limita a fornirci immagini ogni 15 minuti?
L'attuale satellite meteo, il Meteosat7, fornisce immagini ogni 30 minuti. Dunque rispetto a questa situazione il numero di immagini all'ora raddoppia. Ma non si tratta solo del numero di immagini, ma della quantità e qualità di informazioni reali che ci verranno fornite: lo strumento principale, SEVIRI (Spinning Enhanced Visible and Infra-red imager) è una fotocamera che utilizza 12 lunghezze d'onda diverse contro le 3 diverse lunghezze d'onda Meteosat attuale. Inoltre, nei canali che acquisiscono immagini nel visibile, SEVIRI ha una risoluzione spaziale di 1 km, mentre il Meteosat di 2,5 km. Questo significa che lo strumento è in grado di distinguere fra loro nubi distanti appena un km. Dunque migliora nettamente anche il dettaglio spaziale con cui il sistema nuvoloso è osservato. È tutto questo, dettaglio spaziale, risoluzione temporale, numero di osservazioni a diverse lunghezze d'onda, che permette di seguire la crescita e lo sviluppo delle nubi fin dal loro insorgere, come nel nostro esempio.
Ma una volta che i dati del satellite vengono raccolti in che modo sono trasformati in previsioni del tempo?
Le osservazioni satellitari non costituiscono delle previsioni del tempo in sé: si tratta invece di una fotografia della situazione. È come affacciarsi alla finestra al mattino e guardare se è nuvoloso o meno: questo non ci dice con esattezza se pioverà e più cerchiamo di spingere in avanti le nostre previsioni e più le nostre previsioni si fanno casuali. Oggi gli scienziati hanno messo a punto una serie di strumenti matematici di previsione del tempo. E le osservazioni satellitari, cioè la fotografia della situazione in un certo momento, è il punto di partenza per le previsioni nel futuro vicino, da qualche ora a qualche giorno. L'aggiornamento delle condizioni del tempo ogni 15 minuti, come nel caso del Meteosat di seconda generazione, da una parte aiuta a capire l'affidabilità del modello, dall'altra permette di apportare tutte le correzioni necessarie alle previsioni stesse, rendendo più affidabili le previsioni.
L'Italia è coinvolta nel progetto anche perché la Stazione di terra principale sorge al Fucino, in Abruzzo. Che ruolo ha la stazione del Fucino?
La stazione di terra del Fucino, dotata di due antenne paraboliche di 13,2 metri, si trova a circa 150 km ad est di Roma: qui vengono scaricate dal satellite tutte le informazioni raccolte. Dal Fucino queste informazioni sono trasmesse alla base dell'Eumetsat, a Darmstaad, dove i dati sono analizzati e resi utilizzabili in tempo quasi reale. I dati elaborati sono quindi rispediti al satellite che li smista agli utenti finali. Per inciso: il satellite viene usato come ripetitore anche di dati raccolti da altre sonde, come per esempio palloni atmosferici, aerei, navi. In questo modo l'utente finale riceve una serie di informazioni che possono integrarsi e completarsi le une con le altre. La Stazione non solo smista i dati dei satelliti, ma è anche in grado di sostituire nel controllo dell'operatività del satellite il centro di Darmstaad.