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Immagine EO della Settimana: Meteor Crater

02/07/2024 44 views 0 likes
ESA / Space in Member States / Italy

In occasione della recente Giornata Mondiale degli Asteroidi, la missione Copernicus Sentinel 2 ci porta sopra il Meteor Crater, noto anche come Barringer Meteorite Crater.

Effettuate lo zoom per esplorare l'immagine alla sua piena risoluzione.

Circa 50.000 anni fa, un meteorite di composti ferro-nichel, di larghezza stimata intorno ai 30-50 metri, si schiantò in Nord America e lasciò un'enorme voragine in quella che oggi è conosciuta come Arizona. Il violento impatto creò una buca a forma di ciotola di oltre 1.200 metri di diametro e 180 metri di profondità in quella che un tempo era una pianura piatta e rocciosa.

Durante la sua formazione, milioni di tonnellate di calcare e arenaria sono stati espulsi dal cratere, coprendo il terreno con una coltre di detriti per oltre un chilometro e in ogni direzione. Enormi blocchi di pietra calcarea, delle dimensioni di piccole case, furono proiettati lungo il bordo.

Una delle caratteristiche principali del cratere è la sua forma squadrata, che si ritiene sia stata causata da difetti nella roccia che ne hanno determinato il distacco in quattro direzioni al momento dell'impatto.

L'ampia prospettiva di questa immagine mostra il cratere nel contesto dell'area circostante. L'impatto è avvenuto durante l'ultima era glaciale, quando la pianura intorno era ricoperta da una foresta dove pascolavano mammut e bradipi giganti.

Nel corso del tempo il clima è cambiato ed è divenuto secco. Il deserto che vediamo oggi ha contribuito a preservare il cratere limitandone l'erosione, il che lo rende un luogo eccellente per conoscere il processo di craterizzazione da impatto.

I crateri da impatto fanno inevitabilmente parte dell'esistenza di un pianeta roccioso. Si verificano su ogni corpo planetario del nostro Sistema Solare, indipendentemente dalle dimensioni. Studiando i crateri da impatto e i meteoriti che li causano possiamo acquisire maggiori informazioni sui processi e sulla geologia che modellano il nostro intero Sistema Solare.

Negli ultimi due decenni l'ESA ha tracciato e analizzato gli asteroidi che transitano vicino alla Terra. I prossimi telescopi Flyeye dell'ESA esamineranno il cielo alla ricerca di questi oggetti vicini alla Terra, utilizzando un esclusivo progetto di occhio composto con il compito di catturare immagini a campo largo, che miglioreranno il rilevamento di asteroidi potenzialmente pericolosi.

La sonda Hera dell'ESA, che verrà lanciata entro la fine dell'anno, esplorerà da vicino gli asteroidi, migliorerà la nostra comprensione di questi corpi celesti e ci consentirà di prepararci meglio per i potenziali futuri sforzi di deviazione di questi corpi celesti.

In collaborazione con Rivista Geomedia.

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