La calda estate e l’energia rinnovabile
INTERVISTA 22-2005. I temporali di mercoledì scorso hanno leggermente allentato la morsa del caldo estivo. A che cosa è dovuto questo caldo in Italia? È un’anomalia climatica o è tutto nella norma?
Come è ormai noto a chiunque segua le previsioni del tempo, l’intensità del caldo in Italia è determinata dalla competizione di due strutture meteorologiche: l’anticiclone delle Azzorre e l’anticiclone africano. Quando, come in questi giorni, è l’anticiclone africano a insediarsi nell’area mediterranea, allora il caldo si fa decisamente più intenso.
Capire, invece, perché la competizione sia vinta dall’uno o dall’altro anticiclone è tutt’altra questione. Il comportamento di queste strutture dipende dalla circolazione generale dell’atmosfera, alla quale concorrono molti fattori, fra cui, per esempio, la temperatura superficiale degli oceani o l’estensione dei ghiacci permanenti. Si tratta di comportamenti determinati su scale molto estese.
È proprio per capirne di più della circolazione generale dell’atmosfera che l’ESA utilizza un satellite come Envisat, il satellite ambientale più grande che sia mai stato realizzato, che ha una serie di strumenti a bordo per lo studio, per rimanere nell’esempio, della temperatura superficiale degli oceani. E per il futuro sono previsti una serie di satelliti che hanno il compito di studiare in dettaglio specifici aspetti: Cryosat, che sarà lanciato nel corso del 2005, ha il compito di studiare proprio la variazione dello spessore dei ghiacciai.
Tutto questo è fondamentale non solo per descrivere la situazione, ma per individuarne, per quanto possibile, le cause.
Per i prossimi giorni è attesa una diminuzione delle temperature, che poi risaliranno nella settimana successiva. Questo caldo ci seguirà per tutta l’estate?
Quindi la risposta più ragionevole è che non lo sappiamo con certezza. I modelli numerici indicano che, almeno per la prima metà di luglio, non ci saranno ondate di caldo come quella che abbiamo appena subito. Le condizioni meteo sull’Italia saranno determinate dall’anticiclone delle Azzorre e da una struttura di pressione variabile in arrivo dal nord Europa. Questo dovrebbe garantirci un periodo a un livello di temperatura ragionevole.
Tuttavia, anche se negli ultimi anni le previsioni del tempo sono diventate molto più affidabili, tanto che è possibile prevedere con notevole dettaglio le condizioni meteo per i prossimi 2-3 giorni, per periodi più lunghi come quelli a cui mi sono riferito l’attendibilità è molto bassa.
Tanto per fare un esempio, leggevo oggi su un sito web che le previsioni stagionali per il 2003 indicavano una estate fredda, addirittura come quella del 1816, che fu storica. E invece l’estate italiana di due anni fa è stata la più calda degli ultimi 50 anni!
Che cosa manca alla meteorologia per fare previsioni più a lungo termine?
Le previsioni del tempo sono straordinariamente difficili da fare: su periodi lunghi basta sbagliare di poco le condizioni iniziali che le previsioni possono essere molto diverse. Se volessi prevedere le condizioni meteo sull’Italia fra un mese sulla base delle condizioni di oggi, piccoli errori di misura nella temperatura, nella pressione, nell’umidità, potrebbero essere sufficienti a determinare previsioni diverse fra loro.
Invece per migliorare le previsioni a breve-medio termine, l’ESA ha dato il via a una nuova generazione di satelliti meteorologici, i Meteosat di Seconda Generazione. Il primo di questi satelliti è stato lanciato nel 2002 ed è pienamente funzionante. Il secondo sarà lanciato nel corso del 2005.
Lo strumento principale, il SEVIRI, è una fotocamera nell’infrarosso e nel visibile, che ogni 15 minuti prende immagini della terra e delle nubi in 12 intervalli di lunghezza d’onda. Il vecchio Meteosat utilizzava solo 3 intervalli di lunghezza d’onda ogni 30 minuti.
Inoltre, nel visibile, SEVIRI rivela strutture piccole fino a 1 km, mentre il vecchio Meteosat non vedeva oggetti di dimensioni inferiori ai 2,5 km. Anche nell’infrarosso, invece, SEVIRI “vede” meglio di Meteosat: nuvole di 3 km non gli sfuggono, mentre il Meteosat doveva accontentarsi scoprire nubi di almeno 5 km.
Un miglioramento complessivo di questa portata offre ai professionisti delle previsioni del tempo dati molto più raffinati di quelli che avevano a disposizione solo qualche anno fa. Utilizzati come base di partenza dei modelli numerici, dati migliori danno previsioni più affidabili.
In questi giorni si parla molto del grande progetto internazionale sulla produzione di energia nucleare che sta per prendere il via nei pressi di Marsiglia. Ma con tutto questo Sole, è possibile non riuscire a utilizzare l’energia solare per i bisogni energetici del paese?
La produzione di energia solare appare essere un settore in crescita, anche se non risolutivo del fabbisogno energetico. Il fotovoltaico, cioè la conversione diretta della luce solare in elettricità, ha un giro d’affari di circa 600 milioni di euro nella sola Germania, di circa 1 miliardo di euro in Europa e si prevede che raggiunga i 2,5 miliardi di euro nei prossimi 5 anni.
Da alcuni anni, l’ESA ha avviato il progetto ENVISOLAR guidato dalla Centro Aerospaziale Tedesco, che ha lo scopo di facilitare l’impiego dell’energia solare attraverso l’analisi dallo spazio delle aree più promettenti.
I satelliti Meteosat di Seconda Generazione raccolgono dati sull’irradiamento del suolo, ovvero su quanta luce solare raggiunge effettivamente il terreno. Per quanto possa apparire strano, non esistono oggi mappe dettagliate di questo tipo. I dati spaziali possono allora servire i identificare i siti migliori per la costruzione di centrali fotovoltaiche. E una volta costruite i dati sono necessari per valutarne l’efficienza. È un progetto di grandi potenzialità, che potrà rivelarsi utile anche per i paesi in via di sviluppo.
Nota:
Le interviste
Dal maggio 2000, con cadenza settimanale, RAI NEWS 24 - canale televisivo digitale della RAI dedicato all'aggiornamento in tempo reale - riserva all'ESA uno spazio di approfondimento di 5 minuti: un'intervista su una notizia di attualità legata alle attività nello spazio.
I servizi vengono ritrasmessi ulteriormente su RAI International e RAI 3. Si va dagli approfondimenti sulla Stazione Spaziale Internazionale, alle scoperte scientifiche dei satelliti dedicati all'astronomia, alle applicazioni concrete legate alle osservazioni della Terra dallo spazio.
Il giornalista della Rai, Lorenzo di Las Plassas, passa cinque minuti con il rappresentante dell'ESA, Stefano Sandrelli, per dare un'idea dell'argomento e per approfondirne un aspetto, in modo che, leggendo di seguito le interviste relative a uno stesso settore se ne abbia uno spaccato sempre più ampio, venendo a conoscenza di cose sempre nuove.
Per ulteriori informazioni, rivolgersi a: Simonetta.Cheli@esa.int.