Le ultime ore prima del lancio
Con il via libera della commissione di stato arrivato nel corso della mattina del 14 aprile, sono iniziate le fasi finali per il lancio della missione Eneide. Nel corso del pomeriggio è stato terminato l’imbarco del carico della navicella Soyuz.
Roberto Vittori e i suoi compagni, il cosmonauta russo Sergei Krikalev e l’astronauta statunitense John L. Phillips, si sono apprestati a iniziare il loro ultimo giorno prima dell’avventura nello spazio.
Le fasi che precedono il lancio seguono una scaletta ben definita. Circa sei ore prima, intorno alle 20 italiane, Vittori, Krikalev e Phillips sono stati impegnati in una pulizia scrupolosa: occorre limitare al massimo le contaminazioni batteriche quando si entra in una casa orbitante.
Secondo la tradizione che risale ai tempi di Yuri Gagarin, Vittori ha aggiunto la sua firma a quelle lasciate sulla porta della stanza dagli astronauti che lo hanno preceduto.
In effetti, il primo passo di Vittori verso lo spazio è stato un piccolo passo: sei ore prima del lancio gli astronauti sono saliti su un autobus, che li ha condotti nell’area della rampa di lancio per i preparativi finali.
Intorno alle 22:00 ora italiana, a poco più di quattro ore dall’ingresso nello spazio, gli astronauti hanno indossato la tuta Sokol che, nelle fasi cruciali di lancio e di atterraggio, fornisce loro le provviste di acqua, di aria. Poco dopo, nel corso di una breve cerimonia di rito, gli astronauti sono stati autorizzati alla partenza dalla Commissione di Volo. Al termine della cerimonia è arrivato il momento dei saluti alle famiglie.
Verso le 23 e 30 italiane, a circa tre ore dal lancio, i serbatoi sono stati riempiti di carburante. Pochi minuti dopo sono arrivati sulla rampa gli astronauti, pronti per la seconda tappa del viaggio di avvicinamento alla Stazione orbitante. Un ascensore li ha portati sulla sommità del vettore di lancio.
Dopo gli ultimi saluti da lontano, si apre il portello d’ingresso della capsula. Gli astronauti sono scivolano dentro quasi riempiendo il poco spazio a disposizione, sistemandosi in posizione, in attesa dell’evento. Il comandante Sergei Krikalev al centro, l’ingegnere di volo Roberto Vittori sulla sua sinistra, il secondo ingegnere di volo John L. Phillips sulla sua destra.
Intorno a loro le attività si sono fatte sempre più frenetiche. A due ore dalla partenza, l’equipaggio ha controllato ancora una volta il sistema di comunicazione con l’esterno. Poi il portello è stato chiuso e la navicella è stata pressurizzata. A meno di un’ora dalla partenze sono stati eseguiti gli ultimi test. Quindici minuti più tardi sono stati preparati i computer di bordo ed è stata controllata la tenuta delle tute per l’ultima volta. Poi l’area intorno alla rampa di lancio viene evacuata.
A questo punto non c’era da fare altro che aspettare il momento del lancio. A Baikonour, diversamente da Kourou, non c’è un display che mostra il conto alla rovescia. Improvvisamente la notte di Baikonour si è illuminata: la Soyuz era in partenza.