Note per i redattori: fabbricazione additiva / stampa 3D
La stampa in 3D, altrimenti nota come fabbricazione additiva, ovvero a strati, è vista dall'ESA come una tecnologia estremamente promettente per l'industria spaziale.
Come lo stesso sinonimo suggerisce, consta della costruzione di un oggetto solido attraverso una serie di strati – ciascuno stampato sopra il precedente.
La materia prima è generalmente polvere che viene riscaldata o cementata chimicamente a formare un solido. In alternativa, liquidi o fili metallici possono essere usati come materia prima.
La fabbricazione additiva è una tecnica dall'enorme versatilità: una qualsiasi cosa può essere progettata utilizzando un software CAD e poi stampata come un oggetto fisico, fermo restando che i limiti specifici del processo di disegno siano rispettati.
Questo permette di costruire oggetti di una complessità ben oltre quella che può essere raggiunta utilizzando delle convenzionali tecnologie meccaniche.
È inoltre estremamente efficiente come risorsa, offrendo enormi risparmi nella misura del 50% fino al 95% se comparata alla manifattura tradizionale, dove i materiali in eccesso sono tagliati e gettati via per formare il componente desiderato.
Con la stampa additiva, viene usato solo ciò che serve ed il numero dei processi di lavorazione è ridotto di pari passo.
ESA sta considerando la stampa additiva come parte dell'iniziativa Clean Space (Spazio pulito), cercando di applicare le tecnologie innovative per ridurre l'impatto ambientale dell'industria spaziale.