Svelata una lastra di ghiaccio in movimento
Un enorme sistema di ghiacciai, che trasportano ghiaccio per migliaia di chilometri attraverso l'Antartide, è stato scoperto dalla agenzie spaziali come risultato dei loro sforzi comuni di ricerca sulle regioni ghiacciate le pianeta in occasione dell'Anno Polare Internazionale.
Queste nuove scoperte sono fondamentali per la comprensione dell'innalzamento del livello dei mari.
L'Anno Polare Internazionale (International Polar Year - IPY) è un ambizioso progetto scientifico che si è svolto fra il 2007 ed il 2008.
Coinvolgendo oltre 60 Paesi, questa campagna su larga scala ha raccolto informazioni sulle regioni polari di una ricchezza senza precedenti, molte delle quali sono ora utilizzate per esaminare la relazione tra questi fragili ambienti ed il clima.
Unendo le loro forze e coordinando i vari satelliti in modo da ottimizzare l'acquisizione dei dati, le agenzie spaziali di tutto il mondo hanno giocato un ruolo importante per l'IPY.
Mettendo insieme attentamente miliardi di dati radar acquisiti sopra l'Antartide da satelliti come Envisat dell'ESA, Radarsat dell'Agenzia Spaziale Canadese (CSA) ed ALOS dell'Agenzia Spaziale Giapponese (JAXA), un gruppo di scienziati ha creato la prima mappa di ghiaccio in movimento sull'intero continente antartico – e fatto delle scoperte eccezionali.
Prima dell'Anno Polare Internazionale esistevano dati di scarsa qualità acquisiti sulla vasta regione orientale dell'Antartico, che compone il 77% del continente. Precedenti mappature a ripetizione di parti di alcune regioni avevano anche lasciato spazi vuoti nella regione centrale dell'Antartico, dovuti alle limitazioni nell'apertura visiva di alcuni degli strumenti.
Grazie agli sforzi coordinati delle agenzie CSA, JAXA ed ESA che hanno programmato i propri satelliti e focalizzato le acquisizioni su questi vuoti, gli scienziati specializzati in studi polari sono stati in grado di mappare per la prima volta una lastra di ghiaccio in movimento sull'intero continente.
La mappa, che è stata creata dagli scienziati dell'Università di Irvine in California e da quelli del Jet Propulsion Laboratory della NASA, rivela non solo lo scorrimento di grandi ghiacciai, ma anche dei loro affluenti – in realtà fiumi di ghiaccio – che si spingono all'interno per migliaia di chilometri.
Dall'alto, il continente antartico appare come uno statico e freddo residuo del passato, senza caratteristiche. Tuttavia, questa nuova e importante mappa polo-costa basata sui dati satellitari rivela quanto siano estesi i sinuosi corsi di ghiaccio simili a fiumi e quale sia la loro velocità di distacco dal centro dell'Antartide verso l'oceano.
Un articolo che descrive a grandi linee questi risultati è stato pubblicato su Science e ridefinisce essenzialmente le nostre conoscenze sulle dinamiche delle lastre di ghiaccio.
"È come vedere per la prima volta una mappa di tutte le correnti degli oceani" ha detto l'autore principale, Eric Rignot.
"È un grande cambiamento per la glaciologia. Stiamo osservando dei fantastici flussi dal cuore del continente che non sono mai stati descritti prima d'ora".
Il Prof. Rignot ha detto che erano tutti senza parole quando hanno messo insieme i dati e completato l'immagine. È stato come vedere un grande puzzle completato.
Hanno scoperto, per esempio, una nuova dorsale che divide i 14milioni di chilometri quadrati di terraferma da est ad ovest. Hanno pure trovato formazioni che, diversamente dai modelli elaborati in precedenza del ghiaccio, si spostano anche di 250mt ogni anno attraverso le immense pianure che scendono verso l'oceano meridionale.
Mark Drinkwater dell'ESA ha detto "La sfida di capire e quantificare l'impatto della perdita di massa della lastra di ghiaccio a livello del mare, è un’impresa scientifica globale che abbraccia le capacità di più di un singolo Paese o agenzia spaziale".
"Questo risultato è uno dei momenti scientifici più alti durante l'IPY e deriva dall'intenso coordinamento internazionale tra le nazioni guida in campo spaziale.
"Armati di tali informazioni, gli scienziati sono ora in grado di migliorare i modelli che descrivono i percorsi delle lastre di ghiaccio, e di ridurre le incertezze nel predire l'impatto del riscaldamento globale sul livello globale del mare".