Vega e le capacità di lancio dell’Europa
INTERVISTA 24-2005. Martedì 26 luglio: questa è la nuova data che la NASA ha fissato per il lancio dello Shuttle Discovery, che segna il ritorno operativo degli Shuttle spaziali, dopo due anni di inattività. Se anche questo tentativo non avesse successo, tutto sarebbe rimandato al prossimo autunno. Che speranze ci sono di vedere lo Shuttle in volo nei prossimi giorni?
Gli ingegneri NASA sono ancora alle prese con la soluzione completa del malfunzionamento di uno dei quattro sensori del serbatoio esterno, che aveva causato la sospensione del lancio di mercoledì 13 luglio.
Nella riunione di qualche ora fa, il team responsabile della missione ha approvato un piano in tre tappe fondamentali che, procedendo senza intoppi, dovrebbe portare al lancio previsto per martedì prossimo.
In ogni caso, secondo i responsabili della missione, ci sono ancora quattro possibilità per lanciare il Discovery prima della chiusura definitiva della finestra di lancio, il 31 luglio. Inoltre si sta cercando di capire se è possibile estendere la finestra di lancio alla prima settimana di agosto.
Queste aperture e chiusure di finestre di lancio non sono capricci tecnici: “finestra di lancio aperta” è un termine che indica semplicemente che lo shuttle può immettersi su un’orbita compatibile a quella della Stazione Spaziale Internazionale, che è la sua destinazione finale. Una complicazione aggiuntiva per questo ritorno al volo del Discovery è che la NASA, per ragioni di sicurezza, ha deciso che i lanci degli shuttle dovranno essere effettuati sempre di giorno, per permettere le riprese di circa 100 telecamere che controllano il comportamento del lanciatore.
Mentre la NASA è alle prese con lo Shuttle, a Roma è stato siglato in questi giorni un contratto da 57,2 milioni di euro tra il gruppo italiano Vitrociset e l’ESA, per la realizzazione delle infrastrutture per il lancio di Vega, il nuovo razzo-vettore europeo. Che cosa cambia per le capacità di lancio europee?
Oggi, dopo il pensionamento dell’Ariane 4, l’ESA può contare su diverse versioni di Ariane5. In ogni caso, si tratta di un lanciatore in grado di inserire in orbita uno o più satelliti di notevoli dimensioni, fino a raggiungere circa 10 tonnellate di carico utile complessivo. Ma per rimanere competitivi sul mercato dei lanci mondiali occorre poter gestire anche un lanciatore in grado di inserire in orbita carichi minori.
Da questo punto di vista l’ESA si sta muovendo su due binari: da una parte è stato siglato un accordo con la Russia per il lancio, a partire dal 2007, di un certo numero di Soyuz dalla base di Kourou, coprendo così il mercato per quanto riguarda i satelliti di medie dimensioni.
Dall’altra, si è dato il via, qualche anno fa, alla realizzazione del Vettore Europeo di Generazione Avanzata, VEGA, appunto, un lanciatore di dimensioni ridotte (circa 30 metri contro i circa 50 della versione base dell’Ariane5), disegnato per mettere in orbita satelliti da 300 kg fino a 2,5 tonnellate. Sarà utilizzato per il lancio di satelliti scientifici, soprattutto per osservazioni della Terra. I costi di lancio stessi saranno ridotti rispetto a un Ariane5, ma anche ad altri vettori concorrenti. L’arma in più in mano all’ESA è la posizione del Centro Spaziale Europeo di Kourou nella Guiana francese. Kourou è prossimo all’equatore: questo permette di raggiungere dalla base europea qualsiasi tipo di orbita, da quella geostazionaria a quella polare.
Mentre nello sviluppo degli Ariane 4 e 5 la nazione guida è stata la Francia, per Vega la presenza italiana è decisamente preminente. Che ruolo ha l’Italia?
Vega nasce come progetto italiano. È stato poi proposto all’ESA che lo ha adottato. I finanziamenti, dalla fase di progettazione fino al primo lancio dimostrativo, previsto per la fine del 2007, sono stati principalmente italiani. In effetti sono veri e propri investimenti che rafforzano il settore industriale spaziale italiano. La ELV S.p.A., infatti, costituita dalla società Avio e dall’Agenzia Spaziale Italiana, è responsabile dello sviluppo tecnico del lanciatore, a partire dai progetti su carta fino al primo lancio di qualifica, previsto per il 2007.
L’Avio, dal canto suo, è responsabile in prima persona del cuore del sistema di controllo di volo del lanciatore e della costruzione dei motori di ciascuno dei tre stadi del lanciatore stesso.
Il contratto firmato dal Gruppo Vitrociset rende il progetto sempre più a trazione nazionale, anche se – naturalmente – è un progetto dell’ESA e nessuno potrà certo chiamare Vega un “lanciatore italiano”, se non con l’uso di virgolette!
Possiamo invece essere fieri del fatto che le nostre industrie hanno condotto un progetto così ambizioso, come quello di fornire un lanciatore di piccola-media capacità di lancio alla flotta dei lanciatori europei.
Il primo volo di Vega è previsto entro il 2007. Non siamo già in ritardo?
A Kourou le attività per ristrutturare la base di lancio ELA1, che a suo tempo fu quella che vide la partenza del primo lanciatore Ariane, sono già iniziate da circa un anno. Questi dodici mesi sono stati necessari per confermare le caratteristiche tecniche fondamentali del progetto. Il termine dei lavori è invece previsto per il gennaio 2007. Da qual momento partiranno tutte le operazioni che dovranno portare al primo lancio di Vega.
E chiaro che oggi, a due anni e mezzo dal primo lancio previsto per Vega, l’intero progetto è in una fase critica. La firma del contratto ESA-Vitrociset rappresenta un passo aventi significativo nelle fasi di avanzamento del progetto.
Appuntamento cruciale per il destino di Vega è il Consiglio Ministeriale che l’ESA sta preparando a Berlino. In quella sede i Ministri delle nazioni che fanno parte all’ESA sono chiamati a prendere decisioni strategiche per i programmi spaziali futuri dell’Europa. Per Vega, il programma di sfruttamento iniziale proposto prevede un volo all’anno per cinque anni, dal 2008 al 20112. Il costo complessivo sarà di circa 388 milioni di euro e, in coerenza con il contributo dato per lo sviluppo, ci aspettiamo che l’Italia contribuisca per oltre il 50% delle spese previste.
Al momento, il contratto ESA-Vitrociset sembra confermare, attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana, che il programma Vega è una priorità negli investimenti del governo italiano.
Nota:
Le interviste
Dal maggio 2000, con cadenza settimanale, RAI NEWS 24 - canale televisivo digitale della RAI dedicato all'aggiornamento in tempo reale - riserva all'ESA uno spazio di approfondimento di 5 minuti: un'intervista su una notizia di attualità legata alle attività nello spazio.
I servizi vengono ritrasmessi ulteriormente su RAI International e RAI 3. Si va dagli approfondimenti sulla Stazione Spaziale Internazionale, alle scoperte scientifiche dei satelliti dedicati all'astronomia, alle applicazioni concrete legate alle osservazioni della Terra dallo spazio.
Il giornalista della Rai, Lorenzo di Las Plassas, passa cinque minuti con il rappresentante dell'ESA, Stefano Sandrelli, per dare un'idea dell'argomento e per approfondirne un aspetto, in modo che, leggendo di seguito le interviste relative a uno stesso settore se ne abbia uno spaccato sempre più ampio, venendo a conoscenza di cose sempre nuove.
Per ulteriori informazioni, rivolgersi a: Simonetta.Cheli@esa.int.