Immagine EO della Settimana: Delta del Gange
La missione Copernicus Sentinel-3 ci porta sul delta del Gange, il più grande delta fluviale al mondo.
Con una superficie di circa 100.000 km quadrati, il delta del Gange si estende sia in Bangladesh sia nella stato del Bengala Occidentale in India. Il delta è composto principalmente dalle grandi acque cariche di sedimenti dei fiumi Gange e Brahmaputra.
Il letto del fiume Gange si può riconoscere sulla sinistra dell’immagine, mentre il Brahmaputra è visibile sulla destra. Nella parte alta dell’immagine si possono riconoscere le cime innevate dell'Himalaya.
Il fiume Gange trasporta terreno fertile e nutrienti, che deposita su tutta la vasta pianura alluvionale del suo delta. Il fiume scorre per oltre 2.400 km dall'Himalaya, prima di riversarsi nella Baia del Bengala - la baia più grande al mondo. È qui che le sue torbide acque si mescolano con quelle più scure dell'Oceano Indiano.
Il delta è in gran parte coperto da una foresta paludosa, conosciuta come Sundarbans, che si può vedere in verde scuro vicino alla costa con diversi fiumi che la attraversano sinuosi. Le Sundarbans, che in Bengalese si traduce in 'bella foresta', sono la foresta di mangrovie più grande al mondo e forniscono un habitat essenziale per numerose specie animali, tra cui la Tigre del Bengala e il Pitone Indiano.
La città di Kolkata (un tempo Calcutta) è visibile vicino alle Sundarbans nella parte centrale in basso nell'immagine. Con oltre 14 milioni di abitanti, Kolkata è una delle più grandi città dell'India e il più importante centro urbano dell'India orientale. Dacca, la capitale del Bangladesh, si può vedere in basso a destra nell'immagine, appena a nord del fiume Buriganga. Dacca è la città del Bangladesh con il maggior numero di abitanti e una delle più grandi metropoli dell'Asia meridionale.
Con una popolazione di oltre 100 milioni di persone, il delta è uno dei più densamente popolati al mondo ed è estremamente vulnerabile ai cambiamenti climatici. Gli abitanti di questa regione sono particolarmente a rischio per via delle ripetute catastrofiche inondazioni dovute al forte deflusso di acque di disgelo dell'Himalaya, delle piogge intense durante la stagione dei monsoni e a causa dell'innalzamento accelerato del livello del mare aggravato da fenomeni di subsidenza del territorio.
L'innalzamento del livello del mare è un problema globale, ma le differenze regionali nell'aumento del livello del mare mettono alcune aree più a rischio di altre. Nei prossimi decenni, è probabile che l'Asia subisca gli effetti peggiori a causa del numero di persone che vivono nelle regioni costiere basse. Bangladesh, India, Cina, Vietnam, Indonesia e Tailandia ospitano il maggior numero di persone che, oggi, abitano territori che potrebbero essere minacciati da inondazioni permanenti entro il 2100.
È fondamentale che le variazioni nell'altezza della superficie del mare continuino a essere monitorate attentamente nei prossimi decenni. Con un lancio previsto per il prossimo mese, la missione Copernicus Sentinel-6 sarà di fondamentale importanza per svolgere questo importante ruolo almeno fino al 2030. Rinominato in onore dell'ex-direttore della Divisione di Scienze della Terra della NASA, il satellite Copernicus Sentinel-6 'Michael Freilich' è il primo satellite sviluppato dall'ESA a essere portato in orbita a bordo di un razzo Falcon 9 di SpaceX, il primo razzo riutilizzabile di classe orbitale al mondo.
Da quando è arrivato a Vandenberg in California il 24 settembre scorso, il satellite è stato trasferito alla struttura Payload Processing Facility di SpaceX, disimballato e sottoposto a una serie di test per assicurare che tutto sarà a posto durante l'impegnativo decollo e nei suoi oltre cinque anni di permanenza in orbita attorno alla Terra.
Questa immagine, acquisita il 31 marzo 2020, fa parte del programma video Earth from Space.
In collaborazione con Rivista Geomedia.