Applicazioni fra cielo e terra
INTERVISTA 6-2005. Il libro verde sulle politiche spaziali della Commissione Europea pone l’accento sull’utilizzo dello spazio per un monitoraggio globale a difesa dell’ambiente e sulla cooperazione internazionale. E su questo tema il 12 febbraio ha avuto inizio la settimana della Terra e dello Spazio, a Bruxelles. Che passi si stanno facendo concretamente?
Dal punto di vista istituzionale, dopo l’entrata in vigore del protocollo di Kyoto, è ora in corso il Terzo Summit Mondiale per l’Osservazione della Terra, il primo ospitato in Europa, in cui si incontrano ministri e alti funzionari di tutto il mondo per l’approvazione di un piano decennale per l’implementazione del GEOSS, cioè del sistema globale per il monitoraggio ambientale. Dunque, si fanno passi avanti, pur con le note difficoltà, e i dati satellitari diventano sempre più uno strumento fondamentale di analisi e, di conseguenza, anche di decisione politica.
Tuttavia, oltre alle scelte politiche internazionali, i dati satellitari possono essere usati in modi molto diversi fra loro: dalla tutela delle risorse su scala globale all’amministrazione di piccole realtà.
In effetti l’importanza di questo settore appare evidente in occasione di disastri ambientali, come nel caso dello tsunami asiatico, ma fa una certa fatica ad affermarsi su scala ridotta: è chiaro che mettere in pratica nuove idee o nuove tecniche richiede spesso una collaborazione tra amministrazioni, organizzazioni sul territorio, enti di ricerca e compagnie private che, per esempio, vendono prodotti già utilizzabili, come i GIS. E questo meccanismo complica un po’ le cose, specialmente quando si cerca di incidere, tanto per fare un esempio, sulla buona amministrazione di una cittadina di dimensioni ridotte.
Quale è la ricettività delle industrie nei confronti di queste possibilità?
Quando si parla di grandi industrie, esiste una ricettività notevole. Per esempio, una multinazionale cilena leader nell’allevamento di salmoni si è accorta che la fioritura di un certo tipo di alga porta a perdite annuali intorno ai 50 milioni di euro. Ha deciso quindi di investire nel monitoraggio satellitare delle acque, naturalmente appoggiandosi ai satelliti che già esistono, come l’europeo Envisat.
E, per fare un esempio completamente diverso, il rispetto del protocollo di Kyoto indica che l’Europa deve cercare con sempre maggior convinzione ed efficienza sorgenti alternative di energia. E una delle sorgenti più interessanti è il vento. In particolare si sta ormai diffondendo la costruzione di centrali eoliche marine, perché la potenza del vento negli oceani è maggiore di quanto non sia sulla terraferma, dove, in media, le masse di aria trovano molti più ostacoli che ne rallentano l’impeto. Tuttavia le centrali eoliche marine costano di più, per i maggiori rischi che comportano, per la difficoltà dei trasporti e per la complessità delle installazioni. E nonostante questo, secondo le stime il mercato legato solo a questo genere di imprese arriverà entro il 2008 a circa 100 miliardi di euro.
Data questa premessa, è chiaro che tutti quei dati satellitari che ci forniscono le mappe del vento sugli oceani, ma anche nelle aree costiere o sulla terraferma, sono la base stessa su cui le centrali eoliche possono essere progettate. Informazioni di questo tipo permettono di fare un bilancio dettagliato dei costi, dei rischi e dei benefici. Stiamo assistendo, in questo momento, al fiorire di iniziative commerciali che hanno lo scopo di produrre mappe del genere, estraendo i dati fondamentali dalle misure dei radar ad apertura sintetica, come l’ASAR di Envisat.
Applicazioni come quella che hai descritto sono naturalmente legate a grandi realtà industriale e imprenditoriali. Le piccole imprese sono tagliate fuori?
Non necessariamente. Un esempio scelto fra i tanti di imprese relativamente piccole e di costi inferiori ai 100 mila euro è il progetto CECINA.
Il Cecina è un piccolo fiume in Toscana che è stato oggetto di un progetto pilota relativo alla tutela e alla valorizzazione delle acque e che recepisce una direttiva generale a livello europeo.
Coinvolgendo direttamente l’ARPAT, cioè l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale in Toscana, due compagnie, il Centro per gli studi informatici per l’agricoltura (CESIA), e la Tele Rilevamento Europa (TRE), hanno dimostrato la convenienza, sia dal punto di vista dei costi che dell’efficienza, dei prodotti ricavati dai dati satellitari e hanno messo buone basi per il futuro, in modo che questi prodotti vengano recepiti dagli utenti come strumenti quotidiani di lavoro.
Questo esempio mostra come anche le amministrazioni locali possano avvalersi della competenza di realtà commerciali molto avanzate ma relativamente piccole. Anche una singola autorità portuale, per esempio, potrebbe utilizzare le immagini satellitari per controllare gli scarichi illegali di carburante nei mari di sua competenza, come viene fatto da anni su scala globale.
Ma che cosa deve fare un operatore, un amministratore, un imprenditore che lavora sul territorio per usare dei dati satellitari?
Per avere una panoramica delle possibilità che fino a oggi sono state sperimentate può fare riferimento al portale web dell’ESA, dove troverà una sezione dedicata alle Osservazioni della Terra e, in particolare, allo sviluppo del mercato di tutte le applicazioni sviluppate o in corso di sviluppo. Sul sito si possono trovare anche le “success stories”, esempi concreti che sono andati a buon fine.
Al momento di concretizzare, poi, occorre valutare che tipo di utilizzo si vuol fare dei dati. È possibile che sia sufficiente rivolgersi a due aziende commerciali, autorizzate dall’ESA e in competizione fra loro, che elaborano i dati e distribuiscono i prodotti a prezzi di mercato: EMMA, per conto di Eurimage, e SARCOM per conto di Spot Image.
Un altro riferimento utile è il portale web Multi-mission Earth Observation Portal, che permette di accedere a un gran numero di risorse, fra cui un servizio di creazione di mappe di varia risoluzione centrate su un posto della terra che si sceglie, o un vasto archivio di software per l’analisi dei dati e per la loro interpretazione, di modelli, di collezioni di dati dallo spazio, da aereo e da terra, di servizi di consulenza o di didattica.
Nota:
Le interviste
Dal maggio 2000, con cadenza settimanale, RAI NEWS 24 - canale televisivo digitale della RAI dedicato all'aggiornamento in tempo reale - riserva all'ESA uno spazio di approfondimento di 5 minuti: un'intervista su una notizia di attualità legata alle attività nello spazio.
I servizi vengono ritrasmessi ulteriormente su RAI International e RAI 3. Si va dagli approfondimenti sulla Stazione Spaziale Internazionale, alle scoperte scientifiche dei satelliti dedicati all'astronomia, alle applicazioni concrete legate alle osservazioni della Terra dallo spazio.
Il giornalista della Rai, Lorenzo di Las Plassas, passa cinque minuti con il rappresentante dell'ESA, Stefano Sandrelli, per dare un'idea dell'argomento e per approfondirne un aspetto, in modo che, leggendo di seguito le interviste relative a uno stesso settore se ne abbia uno spaccato sempre più ampio, venendo a conoscenza di cose sempre nuove.
Per ulteriori informazioni, rivolgersi a: Simonetta.Cheli@esa.int.