Da CryoSat a Venus Express
INTERVISTA 33-2005. Sabato scorso è fallito il lancio di Cryosat, che doveva essere il nuovo satellite “ambientale” dell’ESA. Quale sono le reazioni nell’Agenzia Spaziale Europea?
CryoSat non ha potuto raggiungere l’orbita prevista per un problema del lanciatore russo-tedesco Rockot. È una perdita scientifica di rilievo, perché CryoSat era stato progettato per rispondere a una precisa questione scientifica: quale variazione nella quantità di ghiaccio presente sulla Terra comporta un cambiamento climatico significativo?
CryoSat avrebbe studiato come varia lo spessore dei ghiacciai ai poli e sul mare a causa del riscaldamento globale in atto e come si modificano i ghiacciai perenni ad alta quota. E avrebbe risposto con una accuratezza senza precedenti, con la certezza che i suoi dati avrebbero contribuito a migliorare la comprensione della relazione tra ghiaccio e clima globale che, come ricordavo, è il cuore del problema.
Proprio per la portata del problema scientifico, abbiamo l’intenzione di riproporre in tempi rapidi un CryoSat-2: stiamo valutando i tempi e i costi necessari per ricostruire il satellite. Siamo ottimisti e speriamo che il maggior numero di paesi membri abbia la sensibilità di sottoscrivere il terzo Programma Quadro per l’Osservazione della Terra alla prossima Conferenza Ministeriale.
Che cosa accadrà nei prossimi anni? Ci saranno ripercussioni negative sulle attività di Osservazioni della Terra europee?
CryoSat fa parte del programma Living Planet, che a sua volta è un tassello del programma GMES (monitoraggio globale per l’ambiente e per la sicurezza). Insieme al sistema di navigazione Galileo, il GMES è uno dei piani spaziali indicati come prioritari e strategici della Comunità Europea. Questi programmi non sono messi in discussione: il fallimento del lancio di CryoSat è un incidente di percorso, che viene sempre preso in considerazione come eventualità, per quanto sgradevole, nell’ambito delle attività spaziali.
Living Planet prosegue. I prossimi satelliti sono in preparazione: il primo sarà GOCE, dedicato allo studio della gravità terrestre, che sarà lanciato nel 2006, seguito l’anno successivo da SMOS sull’umidità del terreno e la salinità degli oceani e, infine da ADM-Aeolus dedicato alla “dinamo atmosferica”.
L’ESA guarda al futuro prossimo: il 26 ottobre è previsto il lancio della sonda Venus Express, dalla base di Baikonur, in Kazakhstan. A che punto siamo con le fasi di avvicinamento al lancio?
Il 12 ottobre la sonda è stata installata sulla sommità del Fregat, il terzo stadio del lanciatore Soyuz.
È una di quelle attività considerate “a rischio”, perché sia il terzo stadio che la sonda sono state già rifornite di ossidante (il tetrossido di azoto, N2O4) e di carburante (la monometilidrazina, un composto di azoto e idrogeno che ha un marcato odore di pesce). Nel complesso si tratta di un propellente infiammabile, corrosivo e tossico: 5000 kg di propellente per il Fregat e 570 kg per la sonda. Lavorare con queste sostanze richiede livelli di protezione molto elevati e procedure di sicurezza molto dettagliate.
Il prossimo passo è la connessione dei cavi tra la Fregat e Venus Express, che serviranno all’alimentazione della sonda e alla trasmissione dei segnali di comando fin quando la Soyuz non si alzerà da terra. Una volta completata la connessione, si accenderanno i sistemi di bordo della sonda e se ne verificherà la perfetta funzionalità. Sono gesti apparentemente routinari e freddi, ma che sono sempre vissuti con grande emozione: costruire sonde spaziali non è un’attività di routine e nel corso della carriera uno scienziato non ha la possibilità di vivere molti momenti di questo tipo.
Venus Express è la prima sonda per Venere che viene lanciata dopo quindici anni. L’ultima era stata, nel 1989, la sonda Magellano della NASA. Perché Venere, il pianeta per molti aspetti più simile alla Terra, è stato così trascurato?
Venere è stato trascurato perché ci si è concentrati su Marte, che d’altra parte è uno dei luoghi del sistema solare che sembrano più accessibili all’uomo, nonostante l’aridità, l’assenza di ossigeno in atmosfera, le temperature che vanno da 20 °C a –140 °C e così via.
Inoltre mandare una sonda su Venere è più difficile, perché Venere si trova più vicino al Sole di quanto non sia la Terra: mentre per lanciare una sonda diretta verso i pianeti più lontani si può sfruttare la velocità di rotazione della Terra intorno al Sole, per dirigere una sonda verso i pianeti interni il costo energetico è maggiore.
Inoltre una sonda si inserisce in orbita intono a un pianeta lasciandosi catturare dalla sua forza di gravità: in prossimità del pianeta, si accendono i motori della navicella, che la “frenano”, favorendone la cattura. Nel caso di Venere, però, dato che il pianeta è più vicino al Sole di quanto non sia Terra, la frenata della sonda dovrà essere particolarmente energetica. È per questo motivo che Venus Express è stata caricata di una quantità di propellente inconsueta, circa il 20% in più di quanto non sia stato fatto con la sonda Marx Express, per esempio. La massa del propellente è circa la metà della massa complessiva della sonda!
Il prossimo aprile, il motore principale di Venus Express si accenderà per ben 53 minuti, in una lunghissima frenata che consumerà oltre il 70% del propellente.
Nota:
Le interviste
Dal maggio 2000, con cadenza settimanale, RAI NEWS 24 - canale televisivo digitale della RAI dedicato all'aggiornamento in tempo reale - riserva all'ESA uno spazio di approfondimento di 5 minuti: un'intervista su una notizia di attualità legata alle attività nello spazio.
I servizi vengono ritrasmessi ulteriormente su RAI International e RAI 3. Si va dagli approfondimenti sulla Stazione Spaziale Internazionale, alle scoperte scientifiche dei satelliti dedicati all'astronomia, alle applicazioni concrete legate alle osservazioni della Terra dallo spazio.
Il giornalista della Rai, Lorenzo di Las Plassas, passa cinque minuti con il rappresentante dell'ESA, Stefano Sandrelli, per dare un'idea dell'argomento e per approfondirne un aspetto, in modo che, leggendo di seguito le interviste relative a uno stesso settore se ne abbia uno spaccato sempre più ampio, venendo a conoscenza di cose sempre nuove.
Per ulteriori informazioni, rivolgersi a: Simonetta.Cheli@esa.int.