ESA 2001
L’astronomia non è l’unica attività legata allo spazio. Parlare di spazio significa parlare anche di osservazioni della Terra per gli studi climatici e per il controllo del territorio; significa parlare di telecomunicazioni, di multimedialità, di navigazione guidata da satellite. Tutti servizi svolti dall’Agenzia Spaziale Europea che si riflettono in una migliore qualità di vita dei cittadini europei. Che cosa ci aspetta nel corso del 2001?
Il 2001 sarà un anno molto interessante per quanto riguarda la crescita della Stazione Spaziale Internazionale. Per febbraio è atteso il lancio del laboratorio americano Destiny, il primo dei 6 laboratori scientifici di cui sarà dotata la ISS, fra i quali l’europeo Columbus.
Ma il 2001 sarà anche l’anno dell’Europa, e specialmente dell’Italia sulla Stazione Spaziale. Qualche giorno fa, infatti, la NASA ha confermato che l’astronauta italiano Umberto Guidoni parteciperà alla missione numero 100 di uno Shuttle, prevista il 19 aprile, e che porterà sulla ISS anche Raffaello, il primo dei tre moduli pressurizzati costruiti da AleniaSpazio grazia e a un accordo fra NASA e Agenzia Spaziale Italiana. Guidoni resterà sulla ISS per una decina di giorni, poi tornerà a Terra di nuovo con lo shuttle americano.
Insomma, tempo fa un canzone di De Gregori diceva “Viva l’Italia, l’Italia sulla Luna”. Alla fine del 2001 potremo dire che sulla Luna l’Italia non c’è ancora andata ma sulla Stazione Spaziale Internazionale sì. E con l’Italia, naturalmente anche l’Europa. Guidoni sarà il primo asdtronauta dell’ESA a salire sull’ISS, ma in ottobre sarà seguito dall’astronauta francese Claudie Andre-Deshays.
Parlando di Stazione spaziale, viene naturale porsi il problema delle comunicazioni fra Terra e satelliti. In questo settore, per il 2001 l’ESA prevede il lancio di Artemis. Che cosa cambia per il cittadino?
Artemis sarà in grado di far parlare fra loro coppie di stazioni cellulari mobili. Questo potrà essere importante, per esempio nel settore dei trasporti. Basti pensare, per esempio, al caso di un TIR di un’azienda di trasporti che si trova isolato con un guasto meccanico. Attraverso Artemis potrà comunicare prontamente le sue necessità, cosa che oggi può essere molto difficile in certe zone d’Europa.
Ci sono poi situazioni che richiedono un pronto intervento. È il caso per esempio di terremoti o di inondazioni o di incendi. In questi casi è bene avere una visione del territorio dettagliata e nel minor tempo possibile.
Non sempre questo è realizzabile, perché i satelliti dedicati all’osservazione delle Terra dallo spazio, come per esempio i due satelliti ERS e lo stesso ENVISAT, che sarà lanciato nel corso dell’anno, devono muoversi su quella che viene definita un’orbita “bassa”, ovvero a circa 800 km di quota, il doppio della quota media dell’ISS.
Da un’orbita bassa un satellite può comunicare direttamente con un numero limitato di utenti, perché da quell’altezza vede solo una porzione ridotta di superficie terrestre. In genere questi satelliti immagazzinano i dati al loro interno e poi li mandano alle stazioni di terra non appena queste sono raggiungibili. È chiaro che l’operazione comporta un ritardo nella conoscenza della situazione, che nel caso di eventi catastrofici può essere importante.
Artemis, che sarà costruito da un team industriale guidato da AleniaSpazio, è un satellite per telecomunicazioni che velocizzerà la comunicazione fra satelliti e stazioni di Terra, incidendo in casi come quelli ricordati. Sarà messo in orbita presumibilmente in giungno, da un Ariane5, e sarà un satellite geostazionario: compirà un giro intorno alla Terra in 24 ore. Visto che anche la Terra gira su se stesa in 24 ore, Artemis apparirà fermo rispetto a un osservatore terrestre, a una quota di circa 36 mila km. Da questo punto di vista privilegiato, vedrà un orizzonte terrestre assai più ampio di quello visto da ENVISAT, per esempio, e potrà quindi servire da “ripetitore”. ENVISAT invece di immagazzinare i dati, li invierà ad Artemis che li smisterà alla stazione di Terra praticamente istantaneamente, senza alcun ritardo.
Infine Artemis farà parte di EGNOS, il primo passo per un sistema europeo di navigazione guidata da satellite, di cui abbiamo parlato varie volte nel corso di questi incontri.
Hai accennato alla necessità di rafforzare il controllo sul nostro pianeta. Quali sono le novità previste per il 2001?
Nel luglio sarà lanciato ENVISAT, il più grande e complesso satellite dedicato al nostro pianeta. Volerà, come dicevo, su un’orbita bassa, a 800 km sulla superficie terrestre, sorvolando i poli e percorrendo un’intera orbita in 100 minuti. Ci aspettiamo un contributo rilevante da ENVISAT per acquisire dati scientifici necessari per capire che cosa stia effettivamente accadendo al nostro pianeta: se i ghiacci polari si stiano sciogliendo, quanto velocemente lo fanno. Se i mari si stiano alzando. Seguirà El Niño nel corso del suo sviluppo e terrà d’occhio anche lo strato di ozono e di altri gas che proteggono la Terra dai raggi ultravioletti del Sole.
ENVISAT sarà anche in grado di vedere in tempo reale eventuali catastrofi, permettendo una visione d’insieme dell’avvenimento in tempi rapidi. Con il tempo gli scienziati sperano di utilizzare i dati anche per prevedere terremoti o eruzioni vulcaniche. Envisat, a quel punto, sarà un vero e proprio cane da caccia. Infine i dati di ENVISAT saranno utili anche per confermare la conoscenza geografica del nostro pianeta. Iniziano infatti ad avere una buona diffusione anche le carte geografiche basate sulle immagini della Terra dallo spazio. E anche questo è un contributo culturale non secondario: una cosa è vedere un disegno delle coste italiane, una cosa è vedere una foto dallo spazio delle coste italiane.