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La prima navespaziale chinese equipaggiata sará lanciata su un razzo Long March 2F
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La Cina nello spazio

09/10/2003 3544 views 1 likes
ESA / Space in Member States / Italy

Oggi i due abitanti della stazione spaziale sono i soli uomini nello spazio. Ma nei giorni futuri potremo contare fino a 7 astronauti.

La novità è che così tanti uomini saranno lanciati nello spazio nonostante la flotta degli Shuttle della NASA non sia attiva. Dopo l'incidente del Columbia, come è noto, la NASA sta rivendendo la sua impostazione del volo umano nello spazio.

Naturalmente il caso ha giocato la sua parte, in questo “appuntamento spaziale”. Ai due astronauti sulla Stazione si aggiungeranno i 3 membri della missione Cervantes, a bordo di un Soyuz russo, della quale fa parte anche l'astronauta spagnolo dell'ESA Pedro Duque.

E, se saranno confermate le voci, anche uno o due astronauti cinesi, per quello che potrebbe essere un volo storico. Se si verificasse la Cina sarebbe la terza grande potenza, dopo USA ed ex-URSS, a riuscire a portare nello spazio un proprio astronauta in modo del tutto autonomo.

Nonostante il clamore legato alla presenza di un astronauta, è già noto a chiunque si interessi di “affari spaziali” che la Cina è già una potenza riconosciuta; solo un dato: dal 1998 a oggi la Cina ha operato ben 22 lanci. Meglio della Cina hanno fatto solo USA (39,4% di tutti i lanci), la Russia (36,4%) e l'Europa (14,1%).

 

Ma la tecnologia spaziale cinese, quando ha fatto il salto di qualità?

Il piano nazionale cinese risale alla metà degli anni '50, ed è dovuto principalmente allo scienziato cinese Tsien Hsue-Shen, che nel '35, in seguito a una guerra civile, era fuggito negli USA, divenendo in poco tempo uno degli scienziati leader nell'ambito del volo spaziale americano. Dopo la seconda guerra mondiale, durante la quale si era distinto per il suo apporto al piano nucleare americano, fu accusato di comunismo ed espulso dagli Stati Uniti, travolto dall’ondata di piena del maccartismo. Tornato in Cina, Tsien Hsue-Shen dette appunto il via alla piano spaziale della Repubblica Popolare.

La Cina è stata in grado di sviluppare una sua famiglia di lanciatori, che si chiamano "Lunga Marcia" e questo le ha consentito di portare a buon fine un piano spaziale completo, che prevede satelliti per le telecomunicazioni, satelliti scientifici.

I cinesi però non usano annunciare in anticipo i loro lanci. Dunque la notizia che circola è frutto di un collage tra le dichiarazioni ufficiali di rappresentanti del governo cinese e interpretazioni giornalistiche. Sapremo se il lancio è avvenuto solo a cose fatte e se avrà avuto successo. L'ESA guarda con estrema attenzione lo sviluppo cinese, come testimonia la collaborazione per il progetto Galileo, di cui abbiamo parlato la volta scorsa.

Il prossimo dicembre, invece, sarà lanciato un satellite per le scienze spaziali, il satellite Double star, che fa parte di una coppia di satelliti che saranno messi in orbita da una base cinese, con un lanciatore cinese, il 26 dicembre. E quello sarà un periodo caldo per l'ESA, perché il giorno prima, la mattina di Natale, è previsto l'atterraggio del robot Beagle2 sulla superficie di Marte e la missione Mars Express entrerà nel vivo.

Sistema di navigazione Galileo
Sistema di navigazione Galileo

L'impresa cinese, sempre che avvenga, rischia di oscurare la missione dell'astronauta europeo Pedro Duque, che a bordo di un Soyuz russo raggiungerà la Stazione Spaziale Internazionale. Quali sono gli scopi della missione Cervantes?

La missione Cervantes, in partenza da Baikonour il 18 ottobre, porterà sulla stazione spaziale internazionale l'ottavo equipaggio di astronauti, il comandante Michael Foale e il cosmonauta Alexander Kaleri. A loro, il compito di "abitare" la stazione nel prossimi sei mesi.

A bordo della capsula russa ci sarà anche il nostro Pedro Duque, come ricordavi. Ma a differenza dei loro colleghi, Pedro tornerà sulla Terra dopo dieci giorni di missione, 8 dei quali trascorsi nei laboratori orbitanti. Insieme all'astronauta europeo, faranno il loro ritorno anche i membri del settimo equipaggio, Ed Lu e Yuri Malenchenko.

Per la missione di ritorno sarà utilizzata una diversa capsula spaziale, la soyuz che negli ulti mesi è servita da navicella di soccorso. Al suo posto, per fronteggiare le emergenze rimarrà a disposizione dell'equipaggio la capsula utilizzata per il viaggio di andata.

L'astronauta Pedro Duque durante l'allenamento, dentro il simulatore Soyuz a Star City
L'astronauta Pedro Duque durante l'allenamento, dentro il simulatore Soyuz a Star City

Duque non è nuovo di missioni spaziali, avendo già partecipato alla missione STS-95, a bordo dello Shuttle Discovery nel 1998. Che cosa ci si aspetta da lui, questa volta?

Duque ha già partecipato a una missione Shuttle, nel '98, e per due volte è stato membro di un equipaggio di riserva, ed ha passato mesi di allenamento sia a Huston che nella Città delle Stelle, vicino a Mosca.

Per 5 ore al giorno Duque sarà impegnato in esperimenti europei a bordo della stazione spaziale, per un totale di 40 ore. Questo non è importante solo per gli esperimenti in sé, ma anche per il fatto che Duque è tra coloro che hanno seguito lo sviluppo del laboratorio europeo Columbus.

L'esperienza sul campo, in questo caso nello spazio, di Duque sarà fondamentale per rendere ancora più facilmente utilizzabile il laboratorio Columbus. A volte bastano anche piccoli accorgimenti, di cui ci si rende conto solo in orbita. Accanto a questo, naturalmente, c'è un programma scientifico di tutto rispetto e anche una serie di esperimenti didattici, che Duque eseguirà per le scuole.

Con Duque saranno 6 gli astronauti europei ad aver partecipato a missioni sulla Stazione Spaziale Internazionale, fra i quali gli italiani Vittori e Guidoni, che è stato anche il primo europeo ad aver messo piede sulla stazione stessa. Segno di un'esperienza che cresce.

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