La conquista di Marte
H.G. Wells ne “La guerra dei mondi” aveva pronosticato l’invasione della Terra da parte dei marziani. Ma nel prossimo decennio accadrà esattamente il contrario: Marte sarà preso d'assalto da una quantità di missioni americane, giapponesi, europee. La Terra è partita alla conquista del pianeta rosso?
In un certo senso è così. Le immagini di Marte inviate dal piccolo rover Sojourner della missione della NASA Mars Pathfinder, nel luglio 1997, hanno segnato il rilancio in grande stile dell’esplorazione planetaria.
Nello stesso anno, un’altra missione NASA, la Mars Global Surveyor ha raggiunto Marte ed è stata seguita l’anno successivo dal lancio della missione giapponese Nozomi.
E nei prossimi anni altre sonde raggiungeranno Marte, compresa l’europea Mars Express, che dovrebbe essere lanciata nel giugno 2003 e raggiungere Marte nel dicembre dello stesso anno.
In questa corsa all’esplorazione del pianeta rosso, la prima missione che porterà un robot sulla superficie di Marte sarà probabilmente proprio Mars Express, il progetto dell’Agenzia Spaziale Europea. Di che cosa si tratta?
Mars Express è una missione costituita da due elementi principali: una sonda in orbita intorno a Marte, che osserverà il pianeta con sette strumenti scientifici, come il Meteosat fa con la Terra: e un lander, cioè un piccolo robot che sarà lasciato cadere sulla superficie di Marte e che eseguirà indagini chimiche sulla composizione delle rocce e del suolo.
Mars Express ha fra i suoi scopi principali la mappatura del pianeta attraverso immagini ad alta risoluzione, con una particolare attenzione per l’analisi mineralogica e la composizione atmosferica e, soprattutto, la ricerca sistematica di acqua sotto la superficie di Marte, liquida o ghiacciata che sia. Questo non è mai stato tentato finora.
La ricerca dell’acqua sarà condotta attraverso uno speciale radar a bordo della sonda orbitante, messo a punto in una collaborazione internazionale fra Italia e Jet Propulsion Laboratory, un istituto che partecipa in maniera fondamentale anche alle missioni della NASA.
Mars Express, infine, è notevole anche da un altro punto di vista. È una missione che riutilizza, quanto più possibile, studi e tecnologia già disponibili. Dunque è una missione a basso costo, che inaugura una nuova era nelle missioni scientifiche dell’ESA.
Perché è così importante cercare l’acqua su Marte?
La ricerca dell’acqua è importante per molti aspetti, primo fra tutti quello relativo all’origine della vita. Sulla Terra i primi organismi unicellulari si sono sviluppati in acqua e le forme di vita che conosciamo si sviluppano in presenza di una sostanza come l’acqua o il metano o l’ammoniaca.
L’acqua su Marte potrebbe essere presente sotto forma di ghiaccio, oppure in fiumi o pozze o falde acquifere sotterranee.
Del resto, la presenza di ghiaccio d'acqua ai poli di Marte è sospettata da più di cento anni. Le missioni spaziali di questi anni hanno misurato la presenza di tracce di vapore acqueo nell’atmosfera marziana. E si sono andate rafforzando le ipotesi per una massiccia presenza di acqua sul suolo del pianeta, in passato.
Grazie, per esempio, al Mars Global Surveyor della NASA, sono state rivelati panorami che assomigliano a letti di fiumi ormai secchi, oppure a vallate che sono state spazzate da grandi quantità di acqua in epoche remote, circa 3.8 miliardi di anni fa. E dalle caratteristiche morfologiche di questi territori, sembra probabile che non si sia trattato tanto di piogge quanto piuttosto d'acqua sgorgata dal sottosuolo e riversatasi in superficie.
Ma la domanda fondamentale è: che fine ha fatto tutta quest’acqua? Perché se ce ne fosse ancora, da qualche parte, allora potrebbe esserci anche una primitiva forma di vita.
Mars Express prevede anche un robot che atterrerà sulla superficie del pianeta e che si chiamerà Beagle2, in onore di Charles Darwin che partì sulla nave Beagle per il suo viaggio da cui trasse “L’origine della specie”. Quali saranno i compiti di Beagle2?
Oltre a prendere fotografie a grande campo e panoramiche del sito di atterraggio, Beagle2 sarà provvisto di un microscopio, che fornirà immagini ingrandite di rocce e suolo.
Ma il pezzo forte di Beagle2 sarà il suo braccio meccanico, con il quale preleverà campioni di rocce. Il materiale così prelevato sarà analizzato alla ricerca di tracce di materiale organico che potrebbe rivelare vita la presenza di vita, oggi o in epoche passate nella storia del pianeta.
Una curiosità: da più parti si parla di Marte come del prossimo avamposto umano per la conquista dello spazio. Quando vedremo il primo uomo su Marte?
È presto per dirlo. Mandare un uomo su Marte significa aver risolto alcuni dei problemi legati ai viaggi interstellari. Lo stesso Mars Express, che si chiama Express proprio perché è in grado di raggiungere velocemente Marte impiega circa sei mesi.
Questo significa che gli astronauti dovrebbero essere in grado di sopportare un viaggio di almeno sei mesi per l’andata, sei mesi per il ritorno. Più il tempo necessario per svolgere missioni in loco, naturalmente. E questo è un calcolo del tutto ottimistico.
C’è anche il problema di schermare efficacemente la navetta spaziale per proteggere gli astronauti dal vento solare e dalle particelle ionizzanti. Al momento, la cosa è troppo complicata e soprattutto non ne vale la pena. La prossima conquista di Marte avverrà con robot sempre più sofisticati, ma pur sempre macchine.
Tutto questo, però, non significa affatto rinunciare a sognare. Noi uomini, al momento, abbiamo la Stazione Spaziale Internazionale. Il sogno inizia con quella.