La telemedicina nel 2005: stato e prospettive
INTERVISTA 5-2005. L’11 febbraio è la giornata mondiale del malato e proprio in questi giorni è in corso a Roma la seconda edizione di Sanit, una mostra-convegno sui servizi sanitari, sulla medicina sull’innovazione tecnologica, fra cui diverse applicazioni che coinvolgono le telecomunicazioni via satellite. Che prospettive ci sono per la telemedicina?
La telemedicina è una delle applicazioni spaziali che, a medio termine, possono avere un impatto considerevole sulla vita dei cittadini. Il gruppo di lavoro istituito dall’ESA, e composto dai possibili utenti, ovvero medici e pazienti, ha preparato un documento programmatico da sottoporre al prossimo consiglio intergovernativo dell’agenzia.
Dal punto di vista tecnico, le telecomunicazioni e i sistemi informatici che ne sono alla base hanno raggiunto ormai un livello di maturità che consente di installare veri e propri "ospedali virtuali". La banda larga permette di inviare, gestire e ricevere grandi moli di dati: sono insomma realizzabili consulti e diagnosi attraverso telecomunicazioni audio e video.
Mentre negli anni passati, il settore veniva esplorato da una miriade di piccoli progetti, che avevano lo scopo di dimostrare la fattibilità sul campo di certi servizi, oggi si assume una prospettiva più operativa, tenendo fermi due punti chiave: la telemedicina è una tecnologia che si deve inserire all’interno del sistema sanitario preesistente e la sua applicazione deve rapidamente permettere di ammortizzare le spese iniziali.
Uno dei progetti che appaiono più interessanti è il progetto NESA, finanziato dall’Agenzia Spaziale Europea, che ha come suo obiettivi principale l’intervento sul territorio con una struttura mobile di radiografie. A che punto siamo?
Per NESA (Next generation Emergency Satellite Assistance) siamo in piena fase di progetto pilota, con interventi sul territorio a partire dal febbraio 2005. In particolare, NESA sarà operativo nell’ASL n.5 dell’Ovest vincentino, con base ad Arzignano, in Veneto. È un territorio piuttosto vario, con rilievi e pianure, in cui vivono circa 170 mila persone.
Attraverso NESA, è stato sviluppato un sistema per la radiografia mobile per le ambulanze o gli elicotteri di pronto soccorso. Una volta arrivati sul posto, vengono eseguiti gli accertamenti medici sui pazienti e, quando è necessario, vengono acquisite anche radiografie digitali. I dati sono poi trasmessi via satellite a una struttura ospedaliera di riferimento, per una diagnosi in tempo reale.
Fatta la diagnosi, l’ambulanza può essere indirizzata verso l’ospedale o verso il pronto soccorso più attrezzato o che in quel momento è meno affollato. In teoria questo ottimizza le risorse di tempo e di soccorso.
In prospettiva l’idea è di commercializzare le componenti utili per il sistema mobile di radiografia e per la trasmissione dati, assemblate a costituire un kit unico a un costo decisamente accessibile. Ovviamente si è utilizzata una tecnologia di trasmissione digitale che non necessita del puntamento dell’antenna, così come è assolutamente necessario, a livello generale, migliorare la facilità dell’interfaccia di tutti i programmi che vengono utilizzati.
Ma avere la possibilità di contattare un medico in tempo reale via satellite, non ci autorizza a togliere tutti i medici dalle autoambulanze, peggiorando di fatto il servizio?
Questo è il solito problema del rapporto tra tecnologia e politica: a mio avviso è fondamentale che la telemedicina sia un servizio aggiuntivo, non una corsa a togliere.
Del resto, purtroppo, anche oggi spesso le autoambulanze viaggiano senza medici a bordo, ma si basano su personale paramedico e spesso sull’ausilio di volontari.
Ambulanze con la dotazione proposta da NESA sono veri e propri centri mobili da sfruttare per servizi sul territorio. Per esempio per una vasta campagna per la prevenzione del tumore al seno.
E, più in generale, questa è l’altra applicazione interessante: portare l’ospedale in casa della gente, soprattutto quando si tratta di pazienti che in caso di trasporto sono sottoposti a rischi.
Finora, per esempio, sono stati soccorsi quattro pazienti ospitati in istituti geriatrici. Avvertivano dei forti dolori a causa dell’artrosi e di una sospetta polmonite. Si trattava, in questo caso, solo di evitare il trasporto in ospedale per eseguire esami che NESA rende possibile fare in loco. Ecco, secondo me, queste sono buone "applicazioni" della telemedicina.
In effetti, sempre più le Agenzie Spaziali si pongono il problema di dare un servizio concreto ai cittadini. Se a Roma si parla di telemedicina, a Bruxelles a partire al 12 febbraio, lo spazio al servizio del cittadino è il tema di una settimana di esposizioni aperte al pubblico e di convegni di alto livello. Sta cambiano davvero il rapporto tra uomo e spazio?
Ci sono due aspetti fondamentali: da una parte, come accennavo prima, negli ultimi decenni l’utilizzo dello spazio ha fatto molti passi in avanti. La miniaturizzazione degli strumenti è proseguita, le tecniche di codifica e trasmissione dati sono migliorate, le stesse capacità di lancio hanno fatto enormi passi in avanti.. Dall’altra parte è vero che l’ESA sta facendo molti sforzi per rafforzare la comunicazione con i cittadini dei paesi membri, anche in prospettiva di una politica spaziale europea comune. Nei prossimi anni è chiaro che l’ESA dovrà fare i conti con delle responsabilità che finora, per certi aspetti, non avuto: essere cioè l’agenzia spaziale di riferimento di una comunità politica strutturata, come l’Unione Europea sta cercando di essere.
È anche per questo motivo che l’ESA sta cercando di rafforzare le sue capacità di accesso allo spazio: l’apertura della base di Kourou ai Soyuz, lo sviluppo del piccolo lanciatore Vega, l’incremento delle capacità di lancio dell’Ariane5. E proprio in questi giorni è previsto un passaggio fondamentale: il lancio di prova del primo Ariane5 modificato, che sarà in grado di mettere in orbita un carico utile di 10 tonnellate, contro le 6 tonnellate di un Ariane5 standard.
Nota:
Le interviste
Dal maggio 2000, con cadenza settimanale, RAI NEWS 24 - canale televisivo digitale della RAI dedicato all'aggiornamento in tempo reale - riserva all'ESA uno spazio di approfondimento di 5 minuti: un'intervista su una notizia di attualità legata alle attività nello spazio.
I servizi vengono ritrasmessi ulteriormente su RAI International e RAI 3. Si va dagli approfondimenti sulla Stazione Spaziale Internazionale, alle scoperte scientifiche dei satelliti dedicati all'astronomia, alle applicazioni concrete legate alle osservazioni della Terra dallo spazio.
Il giornalista della Rai, Lorenzo di Las Plassas, passa cinque minuti con il rappresentante dell'ESA, Stefano Sandrelli, per dare un'idea dell'argomento e per approfondirne un aspetto, in modo che, leggendo di seguito le interviste relative a uno stesso settore se ne abbia uno spaccato sempre più ampio, venendo a conoscenza di cose sempre nuove.
Per ulteriori informazioni, rivolgersi a: Simonetta.Cheli@esa.int.