Vino e spazio: un matrimonio possibile
INTERVISTA 14-2005. Dal 15 al 25 aprile, a bordo della Stazione Spaziale saranno condotti alcuni esperimenti sulla crescita di vitigni in orbita. E da alcuni anni l’ESA sta partecipando al progetto europeo Bacchus, nato con lo scopo di migliorare la produzione di vino in Europa. Perché questo connubio tra vino e spazio?
Il connubio tra vino e spazio è figlio del connubio tra spazio e terra, cioè tra spazio e sviluppo sostenibile del nostro pianeta.
L’Europa è il maggior produttore di vini nel mondo e in paesi come Italia, Spagna, Portogallo e Francia, tutti membri dell’ESA, il vino fa parte integrante della storia. Non è soltanto un prodotto da vendere di per sé, ma un frutto del territorio legato a percorsi turistici e culturali: è, insomma, una risorsa molto complessa da gestire nei suoi vari aspetti.
L’ESA, quindi, in collaborazione con la Commissione Europea, è chiamata a fare la sua parte. In che modo? Uno dei problemi a livello europeo è l’assenza di una mappatura dettagliata dei vigneti esistenti, che è invece richiesta dall’Organizzazione Mondiale per il Mercato del Vino, anche perché il pregio del vino è sempre più identificato con la zona di produzione: le famose “denominazioni d’origine controllata”. Al momento però gli archivi vitivinicoli sono molto disomogenei: si va da rilievi sul campo, a riprese aeree fino a semplici dichiarazioni dei proprietari.
Le osservazioni della Terra dallo Spazio sono certamente un’arma molto potente per risolvere questa situazione, perché integra tutti i dati ottenuti attraverso panoramiche aerei e analisi sul campo. Oltre a queste attività, ci si aspetta di poter dare un contributo sostanziale al miglioramento delle coltivazioni.
I satelliti per le osservazioni della Terra orbitano a circa 800 km di quota. E le dimensioni di un acino d’uva sono di uno-due centimetri. Forse lo spazio non è la prospettiva migliore per controllare i vigneti, no?
In effetti le immagini satellitari raggiungono i 60 cm di risoluzione: ci danno la capacità di vedere le angurie, non gli acini d’uva. Un dettaglio ancora più alto viene ottenuto con ricognizioni aeree digitali o standand. Queste immagini permettono di identificare i vigneti nel complesso: vengono analizzate in modo semi automatico, addestrando un software al riconoscimento delle strutture spaziali caratteristiche di queste coltivazioni.
Con questo voglio dire che certamente non è il controllo chicco per chicco che ci interessa: piuttosto possiamo dare un contributo significativo fornendo ai coltivatori molti elementi sulle singole zone adibita a vigneto: per esempio la pendenza del terreno, l’umidità, l’esposizione al Sole.
Attraverso l’integrazione dei dati satellitari, aerei e su campo, è possibile fornire ai coltivatori diretti quelle informazioni che consentono loro di gestire al meglio le loro proprietà.
Il progetto Bacchus che nominavi è finanziato dalla Commissione Europea e ha proprio gli obiettivi di cui stiamo parlando: mappatura catastale e servizi integrati per una gestione migliore dei terreni e delle vigne. Sono obiettivi a livello europeo che rientrano in ambito più ampio, quello del cosiddetto precise farming.
L’area dei Castelli Romani è una delle aree-test del progetto. Che risultati sta dando?
L’area produttrice del Frascati DOC comprende 1800 ettari di vigneti divisi fra 5 comuni, in un’area complessiva di poco più di 80 km quadrati,: le panoramiche satellitari ed aeree aiutano certamente a compilare un buon archivio di fatti, ma è chiaro che non vogliamo limitarci a questo.
Presso l’ESRIN, grazie anche all’archivio di dati di osservazione della Terra che riguardano la zona dei Castelli Romani, una zona a denominazione controllata che è stata monitorata fin dalla metà degli anni ’80, è stato elaborato il Sistema Informativo Geografico più dettagliato e comprensivo sull’area di Frascati.
Un Sistema Informativo Geografico è un “atlante” informatico multidisciplinare: di una determinata area è possibile visualizzare le caratteristiche geografiche e fisiche, le risorse naturali e, nel caso della vinicoltura, le produzioni annue, l’utilizzo del territorio e così via.
Quindi è uno strumento che si può utilizzare al meglio per gestione efficiente dei vigneti.
Chi è coinvolto nel progetto Bacchus?
Per quanto riguarda i produttori nell’area dei Castelli Romani, è coinvolto il Consorzio Tutela Frascati, che è stato uno dei primi consorzi italiani nati per la tutela del territorio vinicolo.
Per quanto riguarda gli enti di ricerca, invece, siamo in collaborazione con l’Istituto di fisica dell’atmosfera e del clima del CNR.
In futuro utilizzeremo anche i dati multispettrali del piccolo satellite tecnologico Proba per mettere in relazione la variazione nel tempo dei colori della vegetazione con la variazione nel tempo della temperatura.
Tenendo sotto controllo il terreno e studiandone le caratteristiche, possiamo identificare i terreni migliori per destinarli a vigneto oppure controllando l’umidità del terreno, possiamo programmare meglio l’irrigazione. In breve, si può provare a migliorare la qualità del vino.
Per esempio attraverso il telerilevamento satellitare degli anni passati si sta cercando di stabilire un legame tra le caratteristiche fisiche del fogliame osservato da satellite, il tasso fenolico e il colore che caratterizzeranno l’uva all’epoca del raccolto. Questo potrebbe essere uno strumento molto utile per la gestione del vigneto.
Nota:
Le interviste
Dal maggio 2000, con cadenza settimanale, RAI NEWS 24 - canale televisivo digitale della RAI dedicato all'aggiornamento in tempo reale - riserva all'ESA uno spazio di approfondimento di 5 minuti: un'intervista su una notizia di attualità legata alle attività nello spazio.
I servizi vengono ritrasmessi ulteriormente su RAI International e RAI 3. Si va dagli approfondimenti sulla Stazione Spaziale Internazionale, alle scoperte scientifiche dei satelliti dedicati all'astronomia, alle applicazioni concrete legate alle osservazioni della Terra dallo spazio.
Il giornalista della Rai, Lorenzo di Las Plassas, passa cinque minuti con il rappresentante dell'ESA, Stefano Sandrelli, per dare un'idea dell'argomento e per approfondirne un aspetto, in modo che, leggendo di seguito le interviste relative a uno stesso settore se ne abbia uno spaccato sempre più ampio, venendo a conoscenza di cose sempre nuove.
Per ulteriori informazioni, rivolgersi a: Simonetta.Cheli@esa.int.