Il lancio di Ariane 6: Replicator - 3D
Il nuovissimo razzo europeo sarà presto lanciato nello spazio, portando con sé molte missioni spaziali, ognuna con un obiettivo unico e una specifica destinazione e un proprio team a casa a fare il tifo. Con il lancio di nuovi satelliti per osservare e studiare la Terra, per scrutare lo spazio profondo o per testare importanti nuove tecnologie in orbita, il primo volo di Ariane 6 mostrerà la versatilità e la flessibilità di questo imponente lanciatore per carichi pesanti. Continuate a leggere per scoprire tutto su Replicator -3D, e scoprite chi altro vola per primo.
La missione Replicator della startup Orbital Matter con sede a Varsavia, Polonia e Berlino, Germania, sarà lanciata con Ariane 6 per dimostrare una nuova tecnologia di stampa 3D in orbita, aprendo potenzialmente la porta a nuove strutture spaziali che altrimenti non sarebbe state possibile realizzare, utilizzando meno risorse.
Il nome "Replicator" è un omaggio alle molteplici forme di metodi di produzione avanzata della fantascienza, capaci di realizzare prodotti complessi, pronti all'uso: i Replicatori a microonde della cucina di Star Trek potrebbero sintetizzare i pasti su richiesta; la sonda Von Neumann è un veicolo spaziale concettualizzato capace di auto-replicarsi in modo esponenziale; e nella serie Stargate, i Replicatori sono una razza di macchine altamente avanzata in grado di riprodursi all'infinito.
Orbital Matter non prevede di eliminare hamburger o persone simili a macchine; il suo obiettivo a lungo termine è diventare la prima società di costruzione nello spazio: producendo un giorno grandi elementi per infrastrutture spaziali direttamente in orbita, sulla Luna e su Marte, riducendo così i costi e aumentando l'accesso allo spazio. Il nuovo metodo di stampa 3D è stato sviluppato per lavorare direttamente nel vuoto e in condizioni di microgravità, senza la necessità di generare calore durante la produzione. Poiché non c’è atmosfera per raffreddare le parti attraverso il raffreddamento a convezione, come soffiare su un cucchiaio di minestra calda, ci vuole molto tempo - mesi - affinché le parti si raffreddino solo attraverso l'irradiazione (semplicemente aspettando che la minestra si raffreddi). Il processo produttivo di Orbital Matter stampa senza calore, rendendo molto più veloce costruire strutture nel vuoto.
La stampa 3D, o "manifattura additiva", è stata testata per la prima volta nello spazio sulla Stazione Spaziale Internazionale nel 2014 e si è dimostrata utile per la produzione on-demand di utensili e ricambi. Finora, nessuna tecnologia di stampa 3D ha dimostrato di funzionare nelle condizioni di esposizione significativamente più severe al di fuori della Stazione Spaziale, in uno spazio "aperto", limitandone l'uso.
Produrre direttamente nello spazio significa che, in linea di principio, le grandi strutture potrebbero essere costruite con meno materiali, poiché non necessitano di resistere alle sollecitazioni del lancio. Ciò potrebbe significare che grandi centrali solari spaziali, antenne di comunicazione, telescopi più grandi per missioni scientifiche e stazioni spaziali ancora più grandi potrebbero tutti essere costruiti in orbita. Tali strutture potrebbero fornire reali vantaggi: dal rendere l'elettricità più economica, più ecologica e più accessibile per le aree remote, alla riduzione dei costi di comunicazione e all'aumento dell'accesso ad essa, accrescendo la nostra conoscenza generale dell'Universo e rendendo il turismo spaziale più economico e accessibile.
Orbital Matter ha già dimostrato che la sua tecnologia di stampa 3D funziona nel vuoto sulla Terra, ma con il primo lancio dell'Ariane 6, eseguirà la sua prima dimostrazione nello spazio: il suo CubeSat a tre unità (10 x 10 x 30 cm) stamperà un fascio lungo 50 cm, mentre si trova a un'altitudine di 580 km, realizzato in materiale polimerico personalizzato.
"Grazie all'opportunità ESA PUSH, dimostreremoo la nostra stampante 3D in orbita con ben 12 mesi di anticipo rispetto al programma," afferma Jakub Stojek, Amministratore Delegato di Orbital Matter. "Questo è un ottimo esempio di come l'indipendenza tecnologica europea possa essere costruita nello spazio, promuovendo la prototipazione rapida per le startup in tutta Europa."
Robert Ihnatisin, Chief Technology Officer di Orbital Matter aggiunge: "Ariane 6 fungerà da catalizzatore per le rinnovate capacità di lancio dell'Europa, e il nostro esperimento durante il suo volo inaugurale potrebbe aiutare l'Europa a diventare un attore leader nella produzione nello spazio, giacché dimostriamo che è effettivamente possibile stampare in 3D nello spazio aperto."
Orbital Matter è stata assistita durante tutta la pianificazione e lo sviluppo della sua missione dal fornitore di lancio con sede a Parigi RIDE! Space, che ha partecipato alla gara PUSH dell'ESA ed è stato selezionato per organizzare un concorso in cui il vincitore avrebbe ricevuto la gestione end-to-end del lancio e l'approvvigionamento di uno o più dispositivi di distribuzione di satelliti.
RIDE! fornisce una piattaforma digitale per gestire i servizi di lancio end-to-end, dallo scouting delle opportunità di lancio alla valutazione delle prestazioni, del prezzo e del livello di servizio. Oltre alla piattaforma, l'azienda offre supporto rispetto a qualifica dello strumento, documentazione, trasporto, integrazione del lancio, promozione e molto altro.
"Siamo lieti di far parte della storia spaziale europea con la nostra presenza al lancio inaugurale di Ariane 6," spiega Valentin Benoit, Amministratore Delegato di RIDE!. "L'intero team sta lavorando fianco a fianco con Orbital Matter per finalizzare la campagna di lancio di questa ambiziosa e dirompente missione di stampa 3D nello spazio. Vorrei ringraziare Arianespace, i team di ESA Space Transportation e CIC (Commercializzazione, Industria e Competitività) per il loro supporto durante i preparativi di lancio."
Ariane 6 è stato progettato per tutti i futuri possibili. La sua caratteristica principale è la massima versatilità. Esso è in grado di posizionare qualsiasi satellite o carico utile in qualsiasi percorso orbitale. Ciò è reso possibile dal nuovo motore Vinci riavviabile che alimenterà ripetutamente lo stadio superiore dell'Ariane 6, fermandosi e inserendo le missioni in qualsiasi orbita esse debbano trovarsi. Risparmierà abbastanza carburante per la combustione finale necessaria per la manovra di deorbit che lo farà rientrare in sicurezza, attraversando l'atmosfera terrestre, o per entrare in una vicina "orbita cimitero".