Il supporto dell'ESA alle missioni umanitarie
Nel corso della guerra fredda USA-URSS è saltata agli occhi di tutti l'importanza strategica dello spazio per il controllo del territorio.
Parlando di satelliti in relazioni a guerre, si pensa immediatamente a satelliti spia. Questo non può essere il caso dell'Agenzia spaziale Europea, che per statuto "promuove l'utilizzo dello spazio esclusivamente per scopi pacifici".
L'ESA non costruisce né fornisce satelliti spia, ma questo non significa che non possa dare supporto alle operazioni di pace sul territorio, anche perché le possibilità di utilizzo della tecnologia satellitare vanno molto al di là della semplice osservazione diretta.
L'idea alla base della tecnologia satellitare è che dalle loro orbite, i satelliti possono erogare servizi che sono del tutto indipendenti da quanto accade sulla superficie: esempio classico sono le telecomunicazioni satellitari. Che però non si limitano solo alla telefonia, ma possono essere estese alla telemedicina, per esempio, con ospedali da campo sufficientemente attrezzati che possono chiedere un consulto a distanza. Un progetto di questo tipo, di cui abbiamo parlato altre volte, è stato realizzato in Bosnia.
Più in generale l'ESA fornisce supporto alle Agenzie nazionali e alla Difesa attraverso il suo vasto archivio di osservazioni della Terra, raccolte con satelliti che non sono nati però per essere "satelliti spia". Non è compito dell'ESA e coerentemente con questo, gli strumenti di cui i satelliti sono dotati non consentono osservazioni di quel genere.
Ma queste osservazioni come vengono utilizzate in pratica?
Purtroppo gli esempi sono molti, perché elevatissimo è il numero di conflitti in corso nel mondo. In Liberia, per esempio, è in corso una guerra civile da oltre un decennio. Gli ospedali della capitale Monrovia sono chiusi e sul territorio sono attivi solo medici dell'associazione Medici senza Frontiere.
In questo caso l'ESA ha promosso e supportato il programma HUMAN, che attraverso i rilevamenti satellitari ha realizzato una mappa della città, che mancava da oltre 30 anni. È chiaro che per operare sul territorio questi sono strumenti banali ma del tutto fondamentali.
Il programma HUMAN, gestito da una società belga, era un progetto pilota nato proprio con lo scopo di fornire mappe del territorio per le organizzazioni umanitarie: una prima mappa viene creata utilizzando i dati già esistenti in archivio nel giro di 48 ore, mentre prodotti molto più dettagliati sono resi disponibili nel giro 12 giorni con osservazioni specifiche del satellite commerciale QuickBird, gestito dalla Digital Globe.
Fra i satelliti per l'osservazione della Terra, QuickBird è quello con la maggiore risoluzione. Con una foto in bianco e nero è in grado di distinguere oggetti di circa 60 cm: in pratica le dimensioni di un cagnolino o un gatto. Se la foto è a colori, allora la risoluzione è di circa 2,44 metri, che sono comunque più che sufficiente per rivelare un auto.
Nell'ambito del supporto alle organizzazioni umanitarie, il 20 giugno 2002 è stato siglato un accordo fra ESA e Reuters Foundation. Che sviluppi ha avuto?
La Reuters Foundation è una organizzazione nata nel 1982 con lo scopo di fornire un supporto ai giornalisti dei paesi in via di sviluppo. Da questa attività primaria discendono poi varie altre attività, fra le quali l'iniziativa AlertNet, un servizio di notizie e informazioni on line per le associazioni che si occupano di soccorso nelle zone colpite da guerre o da disastri naturali.
In questo panorama un accordo con l'ESA appare quasi scontato. Una specifica società di consulenza, l'ESYS fornirà a AlertNet i servizi basati sui dati satellitari. Nonostante queste iniziative pregevoli e promettenti, bisogna osservare quanto l'utilizzo dello spazio sia ancora squilibrato. Stando ai dati pubblici, USA e Russia hanno un'attività satellitare legati ad attività militari piuttosto intensa, con circa 8 satelliti ciascuno in questi primi 11 mesi del 2003. Si tratta di satelliti che hanno funzioni di controllo del territorio o che raccolgono dati meteo che poi saranno utili per il dispiegamento delle forze, oppure di satelliti per telecomunicazioni.
Insomma: mentre si sta trovando solo ora il modo di servirsi della tecnologia satellitare a favore delle organizzazioni umanitare, le forze armate le stanno già utilizzando da molti anni.
Che cosa si può prevedere per il futuro?
In questi giorni è stato reso pubblico il Libro Bianco europeo sull'utilizzo dello spazio, ed è chiaro che l'ESA è sempre più l'agenzia spaziale di riferimento dell'Unione Europea.
Il titolo di un capitolo del Libro Bianco richiama proprio lo spazio come elemento cruciale per la sicurezza del territorio. Per cui c'è da aspettarsi sviluppi sempre più legati all'evoluzione politica dell'Unione Europea.
Per quanto riguarda le operazioni di pace, ci aspettiamo di svolgere un ruolo sempre più determinante. Purtroppo le strade da percorrere non sono mai corte. Occorre in primo luogo sensibilizzare gli operatori sulla reale efficacia del supporto satellitare alle attività umanitarie.