Nostradamus e l'esplorazione del sistema solare
In questi giorni tra le costellazioni dell'Ariete e quella dei Gemelli, la Luna si trova allineata ai pianeti Mercurio, Venere, Marte, Saturno e Giove. Secondo i seguaci di Nostradamus gli allineamenti planetari possono essere causa di sventura. Cosa c'è di vero in queste profezie?
Niente, assolutamente niente. Anche se i pianeti appaiono ravvicinati sulla volta celeste, non significa che siano vicini fra loro. Il disastro che viene profetizzato più spesso, quando ci sono allineamenti planetari, sono le maree anomale. In realtà le maree terrestri sono causate dalla Luna, perché è molto vicina alla Terra, e dal Sole, perché è il corpo che domina con la sua massa il sistema solare. E il contributo massimo della Luna è doppio del contributo massimo del Sole. Ma l'effetto massimo di tutti i pianeti farebbe variare il livello del mare di meno di un venticinquesimo di millimetro!
In realtà per immaginare il Sistema Solare, basta pensare a un enorme spazio vuoto, in cui i pianeti sono sperduti. Un modo molto semplice e molto inquietante per rendersene conto è quello di uscire di casa e iniziare contare i passi che si fanno a partire dalla soglia di casa. Se il Sole è grande come la punta della nostra scarpa, circa 7 centimetri, dopo 6 passi siamo arrivati all'orbita di Mercurio. Da qui ce ne vogliono altri 9 per la Terra e poi ancora 8 per Marte. Quando siamo arrivati su Marte abbiamo fatto 23 passi. A questo punto il grande salto: per passare da Marte a Giove occorre fare 55 passi, da Giove a Saturno altri 64 e da Saturno a Urano altri 144. Dal Sole a Plutone, l'ultimo dei pianeti del sistema solare, occorrono circa 600 passi. Ma oltre alla distanza fra i pianeti, sono le dimensioni dei pianeti che danno il senso dell'enorme vuoto: la Terra, in questo modello in scala che stiamo immaginando, corrisponderebbe a una capocchia di uno spillo di circa mezzo millimetro di diametro, mentre Giove, il più grande dei pianeti a poco più di mezzo centimetro. Provate a immaginare Giove, grande quanto un'unghia di un dito di un bambino, distante 79 passi dal Sole, grande 7 centimetri. E Plutone, un granello di polvere di 1 decimo di millimetro, lontano da Giove altri 530 passi. L'enormità del sistema solare e la piccolezza dei pianeti appare evidente anche con questo esperimento semplicissimo.
I pianeti che abbiamo nominato sono o saranno tutti oggetto di studio di missioni dell'ESA o della NASA in questi o nei prossimi anni. Quali missioni sono in corso?
In questi anni si è aperta una vera e propria stagione di sbarchi robotizzati su diversi corpi del sistema solare, pianeti, comete, ma anche asteroidi, come ha dimostrato la missione Near, della NASA, che è recentemente atterrata sull'asteroide Eros. Nel corso del 2003 partirà la missione Rosetta, destinata a un incontro ravvicinato con una cometa, la Wirtanen, dopo ben 8 anni di viaggio: Rosetta intercetterà la cometa quando questa sarà ancora molto lontana dal Sole e ne vedrà nascere la coda, che si origina proprio dall'evaporazione dei ghiacci che compongono la cometa (anidride carbonica, monossido di carbonio, metano, acqua) a causa del surriscaldamento solare. Rosetta lascerà cadere sulla superficie della cometa un piccolo robot che analizzerà il suolo su cui è atterrato dolcemente.
All'inizio del 2003 prenderà il volo anche la missione SMART1, una missione senz'altro minore rispetto a Rosetta, ma che è comunque la prima missione europea per l'esplorazione della Luna e, soprattutto, una missione che proverà tecnologie, come per esempio la propulsione ionica, che saranno poi utilizzate per una missione sensazionale: la BepiColombo, una navicella il cui lancio è previsto non prima del 2010, dedicata allo studio di uno dei più misteriosi e meno studiati pianeti del sistema solare, Mercurio.
Altre missioni sono dedicate a pianeti meno trascurati, come per esempio Marte, che sta subendo un vero bombardamento da parte della NASA. L'ultima missione arrivata sul pianeta rosso è la Mars Odissey. L'Europa risponderà nel corso del 2003 con la missione Mars Express. Che scopi ha questa missione?
La missione Mars Express partirà nell'agosto 2003 alla volta di Marte, e approfittando della particolare vicinanza tra Marte e Terra sarà in grado di arrivare a destinazione dopo appena sei mesi di viaggio. Una volta che si sia inserita in orbita intorno a Marte, sarà paracadutato sulla superficie del pianeta un piccolo robot, il Beagle2, dotato, fra l'altro, anche di un braccio meccanico con cui trivellare per qualche centimetro la superficie di Marte, prelevare campioni e analizzarli, trasmettendo i risultati alla navicella che rimane in orbita, che penserà poi a mandarli a Terra. Nel frattempo la navicella in orbita intorno al pianeta, usando un particolare radar capace di penetrare diversi metri sotto la superficie del pianeta, cercherà acqua sotterranea allo stato liquido.
È in pieno svolgimento, invece, la Cassini-Huygens, una missione congiunta ESA/NASA lanciata nel 1997, che ha come destinazione il sistema di Saturno. È composta da una navicella, Cassini, e una sonda, Huygens, di cui è responsabile l'ESA. La navicella si inserirà in orbita intorno a Saturno e, nel novembre 2004, la sonda europea sarà lasciata precipitare nell'atmosfera di una delle lune del pianeta, Titano. Si ritiene che l'atmosfera di Titano sia ricca di composti organici, che sono alla base della vita (etano, benzene).
Dal 1995 a oggi sono stati scoperti oltre 70 pianeti che orbitano intorno a stelle diverse dal Sole. Che possibilità ci sono di trovare forme di vita su quei pianeti?
Fino a oggi sono stati scoperti pianeti di tipo gassoso, che possono essere paragonati al nostro Giove. Sono enormi aggregati di gas che non hanno una superficie solida e che, a causa della loro enorme attrazione gravitazionale non sono favorevoli alla vita. Basti pensare che se anche avesse una superficie solida, su Giove ciascuno di noi peserebbe oltre 300 volte di quanto pesa sulla Terra. Oggi, però, sono in corso una serie di progetti volti a scoprire pianeti simili alla Terra. La peculiarità della Terra non è dovuta soltanto alle sue dimensioni, ma anche alla distanza alla quale si trova dal Sole, che le garantisce una temperatura superficiale media tale da consentire la coesistenza di acqua allo stato gassoso, solido e soprattutto liquido.
A breve termine una missione che potrebbe portare a identificazioni di pianeti rocciosi, sebbene molto più grandi della Terra, è una missione francese, COROT, alla quale contribuisce anche l'ESA. Più a lungo termine, toccherà alla missione dell'ESA Darwin svelare i pianeti rocciosi realmente simili alla Terra, che potrebbero ospitare la vita. Darwin sarà composto da 6 telescopi spaziali e da altri 2 satelliti di supporto e utilizzerà una tecnica che in questi anni sarà sperimentata a Terra dai quattro telescopi di 8 metri di diametro che compongono il VLT dell'ESO - l'Osservatorio Europeo del'Emisfero Sud - a La Silla, in Cile.