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La salvaguardia dell’ambiente

06/12/2001 1063 views 0 likes
ESA / Space in Member States / Italy

Secondo il prestigioso zoologo inglese Robert M. May le attività umane corrono il rischio di spazzare via molte specie viventi. E non si tratta solo di animali conosciuti, come per esempio la tigre o il gorilla, ma di un numero enorme di specie minori. Che cosa sta combinando l'uomo sulla Terra?

May sostiene che le specie viventi si estinguono oggi con una rapidità oltre cento volte maggiore di quella che aveva luogo all'epoca della comparsa dell'uomo.

Ma se è semplice controllare lo stato di salute di razze come quelli che nominavi, animali ben noti e conosciuti, tutt'altro discorso riguarda specie animali minori, come per esempio gli insetti o le piante. Basti tenere presente che oggi sono catalogate oltre un milione di specie di insetti, ma si stima che ve ne siano quasi 9 milioni.

E questo è sufficiente perché altri scienziati non concordino con le conclusioni di May: occorrerebbe conoscere molte più specie di quanto non sia oggi e dimostrare che la loro estinzione sia aumentata a causa delle attività umane. E con i dati disponibili al momento, tutt'al più si più lanciare un grido d'allarme, come ha inteso fare lo zoologo inglese.

Tuttavia è vero che l'uomo ha distrutto un numero enorme di habitat: si pensi al disboscamento della foresta amazonica, per esempio. E con il suo comportamento il pericolo è proprio quello che inneschi dei mutamenti irreversibili sul pianeta.

Immagine ERS-2 del disboscamento in Brasile
Immagine ERS-2 del disboscamento in Brasile

L'ultimo studio del comitato intergovernativo sul cambiamento climatico ha predetto, per il prossimo secolo, un aumento della temperatura media sulla superficie terrestre di diversi gradi. Su questo punto gli scienziati sono d'accordo?

Anche in questo caso, il problema scientifico è di enorme complessità. Mentre c’è un certo accordo, fra gli scienziati, circa il surriscaldamento in atto sul pianeta (si parla di circa 0,6 gradi centigradi d’aumento nel corso dell’900), ci sono molte divergenze sulle cause del fenomeno.

Il Comitato dell'ONU per il Cambiamento Climatico ha indicato nelle attività umane uno dei responsabili del surriscaldamento in atto del nostro pianeta.

In parte questo sarebbe dovuto all'aumento dell'effetto serra. L'aumento dell'effetto serra sarebbe dovuto all'aumento dell'emissione di gas come l'anidride carbonica, per esempio, da parte dell'uomo. E questo a causa dell'enorme uso della combustione come fonte di energia. Vale la pena ricordare che la sorgente principale di anidride carbonica è naturale: ed è la respirazione degli esseri viventi.

Tuttavia le piante e i microrganismi presenti sulle terre e negli oceani assorbono l'anidride carbonica e la utilizzano per la fotosintesi clorofilliana, il ciclo chimico attraverso il quale si nutrono, liberando ossigeno in atmosfera. In questo modo l'atmosfera viene "ripulita".

Ma alcuni scienziati sostengono che aumentando l'effetto serra, diminuisce anche la capacità della biosfera di ripulire l’atmosfera. Non tanto perché la biosfera è in grado di distruggere meno anidride carbonica, quanto piuttosto per il fatto che con un aumento della temperatura aumenterebbe anche il metabolismo degli esseri viventi, e dunque anche il loro ritmo di respirazione.

Si innesterebbe, di conseguenza, un ciclo dagli effetti negativi: più anidride carbonica c'è in atmosfera, maggiore è l'effetto serra e minore è la capacità delle piante e dei microrganismi di ripulire l'atmosfera dall'anidride carbonica. E dunque l'effetto serra aumenterebbe ancora.

Ma su un numero di ottobre di Nature, una prestigiosa rivista scientifica, alcuni scienziati –esperimenti alla mano- si mostrano in disaccordo con queste conclusioni.

Si aspetta lo scioglimento dei ghiacci polari e dei ghiacciai
Si aspetta lo scioglimento dei ghiacci polari e dei ghiacciai

Ma visto che c'è questa incertezza, che cosa dobbiamo fare per avere conclusioni più sicure?

Se è vero che la temperatura media si sta alzando, uno dei cambiamenti che ci si aspetta di trovare è lo scioglimento dei ghiacci polari e dei ghiacciai. È chiaro all'ora che osservare la Terra dallo spazio è fondamentale ed è per questo motivo che anche all'ultimo consiglio interministeriale di Edimburgo l'ESA ha confermato il suo impegno in questo senso.

Grazie ai dati satellitari negli ultimi anni sono state messe a punto una serie di tecniche che consentono di stimare l'assottigliamento dei ghiacci.

Per esempio con i dati di ERS-1, il primo satellite europeo dedicato all'osservazione in remoto del pianeta, è stato possibile realizzare un modello digitale d'elevazione, cioè una mappa tridimensionale, dei ghiacci della Groenlandia. Confrontando questa mappa con quella ottenuta circa 50 anni prima con dei rilievi sul posto, sembra di poter concludere che in diverse zone l'assottigliamento sia reale e che abbia proceduto a ritmi di circa 30 cm/anno.

E attraverso i dati di ERS-1 e ERS-2 è stato recentemente messo a punto un sistema con il quale, analizzando l'eco radar riesce a capire qual è livello di umidità del suolo: e questo è importante per capire, per esempio, l'estensione del permafrost, cioè lo strato di terreno ghiacciato, nelle terre del circolo polare artico. La cosa interessante è che questo metodo è indipendente dal primo.

Perché non è possibile avere conclusioni definitive con questi dati?

Il satellite Envisat
Il satellite Envisat

Occorrono altri rilievi. Il riscaldamento globale di un pianeta non è una cosa che si realizza in poco tempo. E d'altra parte quando gli effetti sono macroscopici diventa troppo tardi per agire.

Il clima dipende da un continuo scambio di energia e di materia fra oceani, atmosfera, terra emersa. Per cui occorre tener d'occhio una quantità notevole di fattori contemporaneamente, sia su scala locale che su scala planetaria.

Nei primi mesi del 2002 l'ESA lancerà a bordo di un Ariane 5 il satellite Envisat, dal quale la comunità scientifica si aspetta un contributo notevole, proprio perché ha una dotazione strumentale imponente, costruita sulla base dell'esperienza accumulata nei dieci anni di attività di ERS-1 ed ERS-2. Le attività di Envisat saranno ad ampio spettro: dall'effetto serra, al buco nell'ozono, dalla temperatura superficiale dei mari, alla velocità dei venti, all'altimetria delle terre emerse e degli oceani. Insomma, promette di essere una vera e propria missione con la capacità di schiuderci alcuni dei molti segreti del nostro pianeta.

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